lunedì 2 ottobre 2017
“Voglio solo i miei soldi” sta dicendo pacatamente Chip Lamafredda a Matthew Scott, continuando a tenerlo per il bavero della giacca. Scott mormora qualcosa, le labbra impastate dal sangue che gli scende dal naso contuso. Penny attraversa la stanza, i tacchi che risuonano sul pavimento di cemento, e si ferma davanti ai due:
“Ci dica quanto le deve, signor Lamafredda, forse possiamo trovare un accomodamento”
Chip sospira lasciando andare Scott e rivolgendosi a Penny:
“Settantamila” dice indicando il garage aperto: dentro ci sono delle vasche riempite di terra, delle lampade solari, computer ed un macchinario che sembra un oloproiettore.
“Forse potrebbe farci uno sconto” sorride la ragazza in risposta
“Non se ne parla. Datemi settantamila eurodollari e io me ne vado”
“Mi sembra un po' troppo” interviene Silva “Questo povero ragazzo evidentemente non ha i soldi per pagarla, e forse le conviene accontentarsi di quello che possiamo dare noi”.
Per tutta risposta Chip fa un cenno ai suoi uomini che mettono mano alle armi. Killex e Fisk fanno lo stesso, ritrovandosi in un altro stallo alla messicana.
“Signor Lamafredda, io non voglio giocare a chi ce l'ha più grosso, ma ai suoi uomini conviene spararmi subito, e in testa, se non vogliono finire sbudellati. Il mio dottore dice che ho un serio problema di controllo della rabbia” ghigna Fisk, la pistola piantata sulla gola di uno degli scagnozzi. Chip non lo degna di un'occhiata:
“Adesso state buoni e lasciate parlare i grandi” commenta, poi si rivolge a Penny “La questione è semplice: se vuoi volete indietro questo tizio intero dovete darmi i miei soldi”
“Matthew, quanto hai messo da parte per pagare il signor Chip?” chiede Penny
“Diecimila” biascica Scott massaggiandosi la faccia.
“Beh, consegnali subito” gli consiglia Penny “E rimedieremo al resto con la cessione di un quinto del tuo stipendio”
“Io voglio contanti. Scott ha già tentato di fregarmi con un chip di credito a vuoto”
“Non si fanno queste cose! Matthew, la prossima volta che hai bisogno di soldi rivolgiti all'ufficio personale”
“Io ci ho provato, ma il dottor Vicus…”
“Vicus è stato degradato questa mattina” si intromette Killex che non ha ancora abbassato la pistola “Adesso probabilmente sta pulendo dei bagni”
“Delle vostre rogne interne non me ne frega nulla: datemi i miei soldi se non volete vi succeda un guaio” ripete pacatamente Chip
“Ventimila subito e il resto a rate?” propone Penny.
“Trentamila subito e il resto con pagamenti rateali. E mi aspetto che paghi lei”
Penny esita.
“Scusa se mi intrometto, capo, ma a noi di Scott non ce ne frega niente. Prendiamo le sue ricerche e leviamo le tende” propone Killex
“Mi dispiace sempre vedere una giovane mente brillante rovinata dai debiti” gli risponde Penny, poi sospira e si rivolge a Chip “E va bene. Non so neanche io perché lo sto facendo” dice, tendendogli la mano. L'uomo la stringe:
“Siamo d'accordo allora”
“Abbiamo recuperato Scott, il materiale che aveva rubato ed il progetto su cui stava lavorando, capo, anche se ci è costato sessantamila dollari”
“Molto bene” annuisce Andrea “Adesso vi rimane solo da interrogare Turner. Mi piacerebbe assistere, ma ho un impegno e dovrai sbrigartela da sola. Naturalmente voglio un rapporto dettagliato. Poi, visto che è sabato, potete prendervi una serata libera”
Penny sbircia dallo spioncino sulla porta della cella: nella piccola stanza spoglia dalle pareti nude Andrew Turner è seduto sulla branda e sta tranquillamente mangiando una ciambella glassata.
“Ma ti sembrava il caso?” chiede alla segretaria che si occupa delle prigioni e che aspetta nel corridoio tra due guardie in uniforme.
“Beh, miss Clarke, Andrew è sempre stato gentile con me e non me la sono sentita di lasciarlo a digiuno” si giustifica lei.
“E va bene, Fisk, recupera il prigioniero e portalo nella sala interrogatori. E senza romperlo”
Il solitario si fa dare il badge dalla segretaria, apre la porta della cella e vi entra a passi pesanti:
“Su, amico, muovi il culo”
“È già stato perquisito?” chiede intanto Penny alle guardie “Avete disattivato i suoi impianti?”
“Sì, miss Clarke. Nella sua borsa abbiamo trovato dei badge clonati, ma abbiamo già avvisato il reparto Sicurezza Informatica”
Turner si alza ed esce dalla stanza. Ha le spalle curve ed è molto pallido, ma sembra calmo. Killex e Fisk camminano ai lati dell'uomo, tenendolo per i polsi, fino alla sala interrogatori dove Rosenbringer, impeccabile nel suo completo grigio, aspetta con il taccuino. La sala interrogatori è una stanzetta di un bianco abbagliante, senza finestre e pavimentata a grosse piastrelle. Turner siede di sua iniziativa dietro al tavolo di metallo ed allunga i polsi, aspettandosi di essere ammanettato.
“Tranquillo, non ti legheremo, casomai ti venisse voglia di grattarti il naso” gli sorride Penny accomodandosi al tavolo e lisciandosi la gonna sulle gambe “Ma mi fa piacere che tu sia collaborativo”
“E cos'altro posso fare? Lo sapete anche voi cos'è successo ieri sera…”
“Ho abbattuto un AV d'assalto a mani nude” si pavoneggia Fisk
“Diciamo che c'è stato un tentativo di esfiltrazione andato male” risponde Killex appoggiato alla parete, con le mani in tasca e l'aria torva.
“Esattamente. Oramai alla InfoCorp mi daranno per morto”
“Da quanto tempo lavori per loro?” chiede Killex
“Sei mesi: quattro mesi di addestramento, più due mesi qui”
“Cosa si aspetta di ottenere, essendo così collaborativo?” chiede Rosenbringer prendendo qualche appunto.
“Voi siete la mia unica possibilità di sopravvivere, cos'altro potrei fare?” risponde Turner stringendosi nelle spalle “Vi dirò tutto quello che so…”
“Quali erano i tuoi compiti qui dentro?” chiede Penny “Avevi dei complici?”
“Nessun complice. Sono stato assunto alla InfoCorp ed addestrato allo spionaggio industriale, poi mi hanno fornito un curriculum per farmi assumere in un'altra ditta. È prassi della InfoCorp piazzare spie nelle altre aziende, in caso di necessità”
“Chi era il tuo referente?” chiede Penny
“Non ho un referente. Dopo essere stato assunto qui non ho più avuto contatti diretti con la InfoCorp fino all'altra sera. Mi arrivano dei messaggi criptati che contengono degli ordini: il mio compito era uccidere il prigioniero e poi nascondere le prove. Gli ordini arrivavano attraverso numeri sempre diversi, presumibilmente da cellulari prepagati”
“Che dati hai raccolto nei mesi in cui sei stato qui?” chiede Fisk accendendosi un sigaro. Il tono pacato e le risposte compiacenti di Turner all'inizio l'hanno disorientato – non è il tipo di interrogatorio a cui è abituato – ma ora lo stanno sommamente annoiando.
“Ho fornito le liste delle targhe dei veicoli e tutti gli account su cui sono riuscito a mettere le mani: Ricerca e Sviluppo ed Amministrazione, soprattutto”
“Quello che non mi convince è il fatto che tu sia stato mandato qui a caso, e da solo due mesi” dice Killex
“Beh, la E.G.O. Inc è una società di certa dimensione da poco tempo…”
“Sì, ma noi abbiamo dei trascorsi poco piacevoli con i tuoi datori di lavoro, anche senza contare la storia della Claw Division… Lei cosa ne pensa delle risposte che ci sta dando, dottore?” Rosenbringer risponde senza esitare:
“Credo che dica la verità: respira con calma e non ha tic nervosi. Abbiamo preso un pesce piccolo, tutto qui”
“È così, è così… Come se non bastasse ho avuto poco tempo per lo spionaggio industriale. Stare dietro alle richieste di questo ufficio è da spararsi, vengo chiamato per qualsiasi cazzata. Compreso un toner infilato storto dentro la stampante…” si lamenta Turner
“Lei organizzerebbe un tentativo di esfiltrazione come quello di ieri sera per un pesce piccolo?”
“In effetti perché cercare di salvarti, Turner?” chiede Penny con un gran sorriso “
Ho sempre fatto bene il mio lavoro…” tenta di giustificarsi Turner
“Aspetta un attimo, e se io ti dico Wayne Bruning, cosa ti viene in mente?”
“Mr B., il direttore della divisioni Affari Speciali? Non l'ho mai incontrato di persona, ma mentre facevo il mio addestramento alla InfoCorp mi sono informato su di lui: ha avuto un increscioso incidente circa un anno fa, e da allora si è dato da fare prendendo parte a diverse missioni sul campo, pur continuando a fare il dirigente”
“Tutto qui?”
“Tutto qui” annuisce il tecnico.
“Adesso Turner, dammi un buon motivo per lasciarti vivo, perchè fino ad ora non me ne hai dati a sufficienza” lo minaccia Fisk
“Tralasciando lo spionaggio industriale basta guardare i miei turni lavorativi e la lista dei miei interventi per capire che sono un ottimo tecnico. Non so come avreste fatto senza di me, sinceramente”
“Senti, ti do la matematica certezza che tu da qui uscirai con i piedi in avanti se non mi dai un buon motivo per risparmiarti. Adesso vado a prendermi un caffè e, per quando torno, vedi di esserti inventato qualcosa” dice Fisk spegnendo il sigaro sul tavolo di metallo ed alzandosi.
8 commenti:
A quanto pare, il lavoro del dottor Rosebringer su Fisk non sta dando molti risultati.
E taccio sulla ricetta "un omicidio, da compiere al bisogno".
Li hai spiazzati con la storia del prigioniero collaborativo Andrea. In effetti quando la cosa diventa troppo facile viene da pensare che ci sia puzza di bruciato! :)
Dire che ci ha spiazzato è poco... non sapevamo assolutamente come reagire!
Una volta i prigionieri ti chiedevano di risparmiarli o facevano i duri per cercare di salvarsi.
I prigionieri collaborativi non mi piacciono. E' il sintomo di una società decadente.
ed io così non riesco mai ad usare il mio set di chiavi a pappagallo :(
C'è il lavello del bagno al terzo piano che perde, se senti proprio la necessità di usarlo! =P
...ma il lavello non grida...XD
Rosebringer, mi può spiegare perché le sue terapie non servono ad un cazzo?
Ora sembra che Fisk abbia contagiato Killex...
Posta un commento