venerdì 31 marzo 2017
Superato il posto di blocco, la vecchia volkswagen si infila giù per la rampa che porta ai bassi fondi di Nuova New York e poi si dirige a sud lungo una superstrada tutta buche, fiancheggiata da edifici cadenti con piccole botteghe e bambini sporchi che giocano lungo i marciapiedi, tra carcasse d'auto abbandonate e immondizia di vario genere. La puzza ed il freddo della strada invadono l'abitacolo facendo rabbrividire Penny che indossa soltanto un abitino rosso molto scollato sulla schiena, prestatole da Janine. Dopo una ventina di minuti nel traffico caotico e sregolato dello sprawl, Mark prende una laterale sulla destra ed infine entra in un grande parcheggio circondato da alti palazzi fatiscenti. Una mezza dozzina di giovani teppisti sta chiacchierando e bevendo birra vicino a delle grosse moto truccate, ma per il resto il luogo è deserto. E l'edificio sul fondo è ridotto in macerie. Penny scende dalla macchina stupefatta.
“Il locale di Cheng è saltato in aria?” urla, dirigendosi cautamente verso i detriti dell'esplosione “Secondo voi che ne è stato di lui?”
La ragazza passeggia tra le macerie e si ferma a guardare i resti crollati dell'ingresso sulla cui sommità campeggia ancora la scritta “DARK ANGEL”. Attirati dall'idea di fare soldi facili, e forse dal vestito provocante di Penny, i ragazzi smettono di parlare e la fissano: due di loro si staccano dal gruppo avvicinandosi:
“Ehi, bellezza, che ci fai qui? Ti serve compagnia?”
Fiutando il pericolo Mark le corre dietro, la prende per un braccio e le fa cenno di tornare verso l'automobile:
“Risali in macchina, quello che è successo lo scopriremo presto” le sibila, poi, rivolgendosi ai teppisti, scosta la giacca a mostrare la pistola e li minaccia: “Sparite, la signorina è con me”.
“Ehi, amico, volevamo solo essere gentili… Perché non cerchi di essere gentile anche tu?”
“Ve lo dirò gentilmente: levatevi dai coglioni” risponde il solitario puntando contro di loro la pistola. I due alzano le mani ed arretrano di qualche passo; Mark risale in macchina ed avvia il motore:
“Fisk, prova a telefonare alla nostra piccola informatrice” dice, facendo manovra per uscire dal parcheggio.
“Janine, cara, siamo davanti a quello che resta del Dark Angel… Tu hai idea di cosa sia successo?”
“Ciao signor Fisk. Cheng ha avuto qualche problema con la concorrenza”.
“Vuoi dire che è morto?”
“No, ma ha dovuto traslocare”. In sottofondo alla telefonata si sente una musica soffusa, poi un “dingdingding” seguito dal rumore di monetine che cadono le une sulle altre, tintinnando.
“Janine, sei per caso in un casinò?”
“Ciao signor Fisk. Ti mando l'indirizzo.” risponde Janine chiudendo la conversazione.
Seguendo le indicazioni di Janine, i tre arrivano in un ampio ex parcheggio sul fondo del quale ci sono dei magazzini. Lo spiazzo è pieno di moto e vecchie automobili, e c'è molta gente vestita di pelle che chiacchiera e beve: sono tutti armati fino ai denti, ma sembrano tranquilli. Davanti ad uno dei magazzini ci sono delle postazioni fisse ed una vecchia quadrinata sorvegliata da tre uomini in armatura. C'è anche una grande insegna imbullonata ed illuminata sopra l'ingresso che recita “FACTORIYA”. Quando Mark svolta nel parcheggio, alla macchina si avvicina un ragazzo con un giubbotto di pelle ed un fucile a canne mozze legato alla cintura, sulla sua maglietta bianca è stampato il nome del locale:
“Avete bisogno che vi guardi la macchina?”
“Sì, dobbiamo parlare con il tuo capo” risponde Penny.
Il giovane imbraccia il fucile:
“Nomi?”
“Killex, Fisk e Penny”
Il ragazzo dice qualcosa in russo in una vecchia radio, poi si rivolge a Mark:
“Per voi la scorta per la macchina sono venti eurodollari”.
L'ingresso del locale è costituito da una vecchia porta di hangar rinforzata ed imbullonata alle pareti, mentre i muri all'interno sono coperti da teli mimetici e da scritte fatte a colpi di mitraglietta. Al centro c'è un bancone circolare ricavato da un vecchio carro armato della seconda guerra mondiale. Al soffitto sono sospese delle piattaforme di plexiglas su cui, al ritmo della musica tecno, ballano delle ragazze seminude. I tre si avvicinano al bancone e salutano la barista:
“Ciao!” urla Penny per farsi sentire. La donna li guarda stupefatta:
“Voi! Pensavo foste morti! Beh, questo giro lo offro io” dice mettendo davanti a loro tre bottiglie di birra senza etichetta.
"Grazie” risponde Mark prendendo una bottiglietta “Il tuo capo c'è?”
Sul retro del capannone, dietro una porta con due guardie armate, ed in fondo ad un corridoio, c'è una stanza polverosa con dei divanetti di riciclo e molte casse. Due uomini in piedi stanno parlando in russo: uno è sulla quarantina, alto e forte, con pelle e occhi chiarissimi e capelli biondi tagliati a spazzola, l'altro mostra alla porta una schiena vestita di pelle ed il cranio nudo e tatuato, ed ha poggiata vicino a sé una grossa sacca di tela. Vedendo Mark, Fisk e Penny sulla porta, Cheng liquida il suo interlocutore con un gesto:
“Priviet mal'chikov!” dice poi con un sorriso che tende la cicatrice sulla sua guancia sinistra “Miei ragazzi pensavano che voi morti, ma io sa che voi ha vite come gatti… Quante rimane a voi ora?” L'uomo vestito di pelle, intanto, stringe la mano a Cheng, raccoglie la sacca di tela ed esce senza una parola.
“Voi accomoda! Posso offire bicchiere?”.
“È molto carino qui, complimenti” sorride Penny accomodandosi con grazia su uno dei vecchi divanetti ed accettando un bicchiere fatto con una bottiglia tagliata a filo, pieno di vodka.
“Te piace? Me fa cagare: ha deciso tutto mia moglie” ghigna il russo “Ma io fa buoni affari”.
“Cheng, sai per caso che fine ha fatto tutta la nostra roba?” chiede Fisk bevendo un sorso dal suo bicchiere. La vodka è ottima, fresca ed aromatica: va giù come acqua.
“Tu dice dopo vostro piccolo incidente con InfoCorp? Da, io ha recuperato qualcosa da vostro ufficio e messo in magazzino”
“Sei stato gentile!” dice Penny
“Tutto ha prezzo, da?” risponde Cheng sorridendole.
“Ehm… In questo momento siamo un po' al verde”.
“Io può proporre voi favore invece di pagamento? Voi deve andare da mio contatto e recuperare sacca grossa. Voi scambia poi sacca con banda di boosters poco distante: voi dice loro che voi è mandati da Joy Ramones. In cambio di sacca voi recupera mia ragazza Jasmine che booster ha preso settimana scorsa. Una volta finito lavoro, voi allontana e poi chiama numero segnato su questo foglio.”
“Va bene, direi che si può fare” dice Mark posando il suo bicchiere su una grande cassa che funge da tavolo.
“Voi scusa me adesso. Io ha asta da preparare”.
“Un'asta? Che genere di asta?”.
“Voi interessa fegato nuovo?”.
3 commenti:
Quella ragazza deve imparare l'educazione. Appena arrivo a casa le arriva un "dài e vai" che se lo ricorda!
Devi prima riuscire a prenderla!
polmoni oggi...branchie tra una settimana [cit.]
Posta un commento