martedì 31 maggio 2016
Il resto del pomeriggio trascorre rapido, tra acquisti in rete e sistemazione dell'appartamento: Penny sceglie per sé la stanza più grande e più luminosa, poi si fa recapitare un enorme letto rotondo e lenzuola di raso; si dedica quindi a riorganizzare il suo armadio, interrompendo in continuazione gli acquisti di Mark per chiedere: “Secondo te mi sta ancora bene questo vestito?”
Per gli ordini cui i due solitari tengono di più – un SUV corazzato ed una serie di armi da fuoco – serve l'autorizzazione di un dirigente corporativo, così Dur, senza smettere di scaricare film porno, invia una richiesta a Janine.
Quando il sole tramonta sulla città marziana, una piccola astronave che sembra una pagoda accosta alla finestra del salotto dell'appartamento: vi si può comprare cibo coreano take-away cucinato al momento e Penny ordina soba e spiedini di pesce. Tutti siedono al bancone sotto la grande finestra, guardando le luci del traffico aereo, mangiando e bevendo birra.
“Dovremmo metterci a lavorare” commenta Fisk a bocca piena, rovinando la pace del momento.
“Mmm” risponde Dur, svogliato, posando uno spiedino. Il tecnico accede alla rete HyperReal e controlla le telecamere perimetrali della cupola della Milkyway il giorno dell'attacco: scopre così che sono state disattivate manualmente dieci minuti prima dell'arrivo dei pirati.
Dur cerca allora il sito della ditta produttrice delle telecamere e scopre che queste sono sotto il diretto controllo della polizia di Elysium. Il gruppo decide allora di andare direttamente alla stazione di polizia per indagare.
Il mattino dopo di buon'ora Mark, Fisk, Dur e Penny si stanno dirigendo alla centrale sulla macchina che ha ordinato per loro Janine, una vecchia Sedan di produzione terrestre riadattata - che Mark guida con disgusto.
“Il nostro capo ha decisamente pessimo gusto per le auto” brontola Fisk, stravaccato sul sedile del passeggero, scuotendo via la cenere del suo sigaro fuori dal finestrino.
“Credo che sia merce di contrabbando” dice Dur che sta risalendo all'ordine autorizzato da Janine la sera prima, tramite la rete HyperReal.
“Non me ne frega un cazzo” commenta Mark: “se la piccola Janine vuole che lavori per lei dovrà imparare a prendere un po' più sul serio le mie richieste… Voi non avete ancora visto i fucili che ci ha fatto recapitare: uno è rosa con un teschio bianco e uno è dipinto di giallo…“
“Questo è decisamente troppo!” esplode Fisk: “Adesso le telefono… Janine? Lo sai che non mi piace essere preso per il culo! Non puoi aspettarti che lavoriamo decentem…”
“Sì, lo so, siete dei professionisti con anni di esperienza” lo interrompe la ragazza con sussiego: “E volete avere un trattamento adeguato eccetera… Ma ti assicuro, signor Fisk, che l'equipaggiamento che vi ho mandato funziona benissimo e che ho delle ottime ragioni per averlo ordinato. Inoltre posso darvi il contatto di qualcuno che, per un paio di centinaia di dollari, può sistemare tutto senza bisogno di autorizzazioni. Devo tenere un basso profilo, purtroppo”.
“Dacci questo contatto, allora!”
“Ve lo invio subito. Buona giornata a voi miei cari”.
“Killex, dobbiamo andare nel quartiere russo da un certo Viktor”.
“E andiamo”.
Vikor è in realtà un nero grande e grosso, con una vistosa cicatrice che gli attraversa la gola, e parla con grugniti incomprensibili, ma sembra sapere il fatto suo: sta smontando una motocicletta in un'officina vuota e deserta e guarda con sospetto i quattro nuovi clienti.
“Buongiorno Viktor” sorride Penny: ”Ci manda Janine: dice che puoi fare qualcosa per i fucili dei miei ragazzi”.
Quando Mark gli mostra le armi, lamentandosi per le loro condizioni, Viktor ride silenziosamente; a gesti, spiega poi che potranno tornare a riprendere tutto il giorno dopo.
“Vendi moto per caso?” si informa Fisk che ha dovuto abbandonare la sua a Nuova New York e continua a rammaricarsene.
Viktor scuote la testa poi aggiunge con un filo di voce “Ma posso procurarti qualcosa…”
1 commenti:
Dopo che ci avranno sistemato le armi, penso che le ricontrollerò. Di 'sti russi non c'è da fidarsi...
E, a proposito: mi fa "piacere" che nessuno abbia chiesto a me di sistemare quelle armi. Solo perché non sono ancora riuscito a mettere le mani su dell'acido e dei diluenti, non vuol dire che non sarei riuscito nell'intento! Avrei potuto grattar via la vernice con il coltellino!
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