venerdì 29 aprile 2016
I sistemi di criogenizzazione si spengono a 150.000 chilometri dalla superficie di Marte. Sotto gli occhi appannati degli occupanti della navetta, la visone del Pianeta Rosso è un meraviglioso spettacolo alieno; tutti si accalcano davanti al parabrezza, senza fiato.
La radio gracchia improvvisamente: "Qui è la stazione orbitale Prometheus, state violando il nostro spazio aereo. Prego identificarvi. Qui è la stazione orbitale Prometheus, stat..."
Dur afferra il comunicatore: "Qui è la navetta Bravo Charlie 143 della Planet Express, proveniente dalla Terra".
"Sopravvissuti, vi ordiniamo di invertire la rotta immediatamente! Non siete i benvenuti, ripeto: non siete i benvenuti".
Tra gli sguardi smarriti dei compagni il tecnico risponde: "Stiamo finendo il carburante. Fateci fare rifornimento ed invertiremo la rotta".
"Permesso negato. Per i rifornimenti rivolgetevi al canale 72. Se non uscirete dal nostro spazio aereo il prima possibile, verrete abbattuti. Chiudo".
"E adesso cosa facciamo?" domanda Penny.
"Chiamiamo il canale 72" risponde Dur sintonizzando la radio. "Qualcuno mi riceve? Qui è la navetta Bravo Charlie 143 della Planet Express, proveniente dalla Terra".
"Qui è la città di Elysium, buongiorno, come posso aiutarvi?" risponde una melodiosa voce femminile.
"Possiamo avere le coordinate per attraccare?"
"Mi dispiace Bravo Charlie 143, il vostro arrivo non è stato programmato".
"Ehm, deve esserci sicuramente uno sbaglio".
Una breve pausa poi la voce riprende: "Nessuno sbaglio. Tra l'altro mi risulta che la Planet Epress sia una compagnia della Terra... non sarete mica dei Sopravvissuti? Va bene. La procedura di attracco prevede uno stretto controllo biomedico, ma vi do comunque le coordinate per atterrare, state interferendo con il nostro traffico aereo".
La navetta si posa su una baia di carico a circa dieci chilometri dalla cupola della città di Elysium, su di una piana brulla, coperta di sabbia e roccia. Il vento gelido carico di ammoniaca spazza la superficie del pianeta e fischia violento sulle paratie.
Un mezzo pressurizzato a sei ruote, con a bordo 12 uomini, si ferma ad una ventina di metri: il guidatore gesticola a formare un numero con le dita tese.
"Qui navetta Bravo Charlie 143 della Planet Express, mi ricevete?" sospira nuovamente Dur armeggiando con la radio.
"Roger. Disattivate tutti i sistemi d'arma e preparatevi ad aprire il portellone".
"Il tempo di mettere le tute, ma non abbiamo bombole di ossigeno a bordo..."
"Idioti! E come pensavate di uscire da quel catorcio di navetta? Io odio i Sopravvissuti! Va bene, ve le forniremo noi. Prima però dobbiamo prelevarvi un campione di DNA. I nostri saliranno a bordo".
Tre uomini armati, imponenti nelle tute pressurizzate, entrano nel piccolo vascello. Il primo si toglie il casco, rivelando un viso pallido con una profonda cicatrice che lo solca diagonalmente. "Sono il maggiore Lagen. Benvenuti su Elysium, libera città di Marte" recita con voce piatta. "Per prima cosa dobbiamo prelevarvi dei campioni di DNA. Procedi, Jake".
Un secondo uomo si fa avanti per strisciare dei tamponi di cotone idrofilo all'interno delle guance degli occupanti della navetta, poi li inserisce un dispositivo portatile: una luce verde lampeggia.
"Vedo che siete sani. Ottimo. Adesso la parte divertente!"
Jake si fa avanti con in mano una specie di pistola, la cui canna termina in un lungo ago.
"Ehi! Che cazzo stai facendo?" ringhia Fisk quando il medico gli si avvicina, puntandogli il congegno alla nuca. Un dolore acutissimo lo fa crollare a Terra: vorrebbe urlare, ma gli manca il fiato.
Proprio mentre, terrorizzato, si convince di essere ad un passo dalla morte, il dolore comincia ad attenuarsi: lentamente il cuore riduce i battiti e la cortina nera che gli riempe gli occhi si dissipa. Fisk si alza faticosamente in piedi; i suoi compagni, preoccupati ed impotenti, fanno cerchio intorno a lui.
"Tutto bene Fisk?" chiede Mark, posandogli una mano sulla spalla.
"Starò meglio dopo aver strappato le braccia a quello stronzo!" risponde Fisk, ma dimentica subito il suo proposito accorgendosi di una piccola icona a forma di cuore al margine superiore destro del suo campo visivo. Infastidito agita le mani davanti agli occhi: l'icona, selezionata, si ingrandisce ed il solitario vede, attraverso il viso di Mark che lo guarda interdetto, una tabella con i suoi parametri vitali: altezza, peso, battito cardiaco, pressione sanguigna, frequenza respiratoria.
"Dovete farla anche a noi quella cosa?" domanda Penny spaventata.
"Sì, se volete rimanere ad Elysium. E' l'impianto per l'iper-realtà" risponde il maggiore Lagen.
"Ma noi abbiamo già gli innesti per la connessione alla rete..." spiega Penny e scosta i capelli mostrando la nuca.
"Quella roba è obsoleta: vi consiglio di farvela rimuovere da un buon chirurgo".
"Ehm, solo un momento allora. Innanzitutto: perché ci chiamate Sopravvissuti? Cos'è successo alla Terra? Abbiamo viaggiato per ventiquattro mesi senza comunicare con nessuno".
Il maggiore Lagen estrae una razione di cibo dalla tasca della sua tuta. "Vedete? Questa era la Terra quando voi siete partiti" spiega, poi lascia cadere la confezione e la calpesta. "E questa è la Terra oggi".
"E com'è successo?"
"Ci sono diverse ipotesi, ma non sarò io ad illustrarvele. Adesso avanti il prossimo!"
11 commenti:
Una curiosità: la vostra ambientazione cyberpunk ha dei riferimenti col mondo di Nathan Never?
Non so se il master abbia preso spunto da Nathan Never, dato che non so se ha letto i fumetti o meno.
Da quello che ho visto "in game" e da come sta procedendo il master, l'ambientazione che stiamo utilizzando ha dei tratti in comune con:
- il vecchio cyberpunk 2020
- borderlands
- terminator (per le sorti della Terra, più o meno)
Ci sono di sicuro altre influenze, ma non saprei elencarle!
Quando sarà finita l'introduzione (si questa è un'introduzione che ho fatto giocare) posterò l'ambientazione completa, presa un da Eclipse Phase, Borderlands, Mass Effect, cyberpunk 2020, varie ed eventuali (io adoro scrivere ambientazioni e mescolare vari spunti che ho letto\giocato in giro).
Due parole sull'impianto di iper-realtà, ho pensato alla problematica di giocare un netrunner; su cyberpunk 2020 difficilmente poteva interagire con il resto del gruppo essendo immerso nella rete, quindi in stato catatonico per la maggior parte del tempo. Con la HyperReal (immaginate una la realtà aumentata, con aggiunta di odori e sensazioni tattili) ogni giocatore interagisce con la rete senza perdere d'occhio la realtà che lo circonda.
Esempio: per entrare in una torre corporativa i personaggi si trovano davanti un firewall\antivirus dall'aspetto umano che chiede i documenti, qualora volessero forzarlo basterà usare un "app" con l'aspetto di un'arma (martello, spada, pistola,...), in questo modo posso richiedere una semplice prova di combattere\sparare.
ma non è che poi i pg fanno fatica a distinguere realtà da hiper realtà? qualche differenza ci sarà tra le due no?
E' come avere un'interfaccia proiettata davanti a sé nel campo visivo. Tipo i vari menu di un computer, ma in trasparenza...
Un fastidio che voi non potete capire...
Mi viene in mente una domanda: se tutti sono potenzialmente connessi alla rete non sarà mica possibile per un super hacker crackare la mente delle persone tipo inserendo falsi ricordi o sensazioni illusorie o comandando le altrui protesi cibernetiche da remoto?
Dopo la domanda di Rocco mi sono venuti in mente gli scenari di Total Recall e di Ghost in the Shell, nessuno dei due molto rassicurante!
E' lo stesso timore che abbiamo tutti.
E' per quello che dietro al mio firewall personale ho ammassato una grossa cartella di spam porno.
Mr. Mist: Tecnicamente il dispositivo influisce sugli organi sensoriali.
Quindi sì! L'uomo che ride potrebbe passare in strada davanti a loro e vedrebbero solo un logo...
... che inculata.
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