martedì 19 aprile 2016
Nel garage sotterraneo, umido e semideserto, Mendoza si pulisce le mani su uno straccio lurido, seduto accanto ad una lattina di birra aperta. Vedendo arrivare il gruppo sorride del suo sorriso rotto, incorniciato dalla barba disordinata.
"Mendoza!" esclama Killex rispondendo al sorriso di benvenuto.
"Hola! Que pasa?"
"Hai avuto ordine di preparare molte macchine oggi?"
"Como al solito, senor".
"E gli autisti dei dirigenti? Sono usciti?"
"Securo. Todas las auto tranne la vostra".
Bene pensa Mark infilandosi nello Stryker al posto di guida, avevo ragione. Nello specchietto retrovisore, dietro gli ottiscudi, i suoi occhi sono stretti da un cattivo presentimento: "Fisk, tu ti siedi in torretta: sarà una lunga giornata" esclama avviando il motore.
Il vecchio Stryker si avvia stridendo su per la rampa e poi fuori nelle strade, in direzione est. L'hangar si trova in una zona industriale semi-abbandonata: nei dintorni c'è solo la sede di una piccola corporazione di trasporti, la Planet Express. L'asfalto screpolato è macchiato di varia immondizia e l'edificio sporco è perfettamente silenzioso, ma l'occhio allenato di Mark distingue dei riflessi sul tetto almeno un cecchino disteso ad osservarli; dall'altra parte della strada un uomo vestito di scuro sta vuotando un cassonetto con un fucile d'assalto sulla schiena, sul collo gli scintilla un vecchio laringofono. Lo Stryker si ferma lungo la strada che conduce al cancello che blocca l'accesso all'hangar e Dur sintonizza lo scanner della radio cercando le frequenze dell'uomo.
Dalla botola Mark lancia una lattina di birra vuota in direzione dello spazzino.
"Granata!" urla questi, fuggendo a nascondersi dietro l'angolo di un edificio.
La lattina rotola tintinnando sull'asfalto, finendo la sua corsa contro il bidone.
"E' solo una lattina" dice l'uomo nella radio. "Credo che mi stiano prendendo per il culo..." si interrompe nuovamente, ascoltando, poi aggiunge: "Un vecchio Stryker mimetico, grigio e nero, con a bordo degli stronzi".
Lo spazzino si avvicina al veicolo alzando il fucile e Fisk risponde puntandogli contro il cannoncino calibro .50; l'uomo sospira, posa il fucile ed alza le mani.
Dur accende l'altoparlante. "Quali sono le vostre intenzioni?"
"Veramente vorremo conoscere noi le vostre..."
"Siete voi che avete fatto saltare i nostri sistemi di comunicazione?" chiede Penny sporgendosi dalla botola sul tetto.
L'uomo borbotta qualcosa nel laringofono poi si rivolge al gruppo: "Io sono solo qui per proteggere un cliente, non ne so nulla".
Dur abbassa il portellone e fa cenno all'uomo di avvicinarsi: "Di solito preferisco parlare con la gente faccia a faccia. Muoviti, vieni qui".
L'uomo si sposta dietro al mezzo, poi si porta l'indice all'orecchio ed ascolta qualcosa. "Scendete e venite con me".
"Fisk, tu rimani qui e controlla la situazione" borbotta Killex, prima di scendere in strada.
I quattro oltrepassano la rete metallica ed entrano nell'hangar. L'ingresso è sorvegliato da tre uomini armati, mentre all'interno due tecnici si stanno affannando intorno ad una grande nave con stampigliati i loghi della Planet Express.
Da un ballatoio scende una grossa guardia seguita da una giovane donna molto elegante. Penny le corre incontro: "Janine!"
"Ciao Janine!" esclama Killex, facendo un cenno con la mano.
"Vedo che siete venuti a trovarmi!" commenta la ragazza con un mezzo sorriso.
"E' tua tutta questa roba?" chiede Dur guardandosi intorno.
"Di mio marito" si schermisce lei. "Stiamo per abbandonare la Terra, ci trasferiamo su Marte... Per caso Andrea vi ha mandato da me con lo Stryker dicendovi di bombardare o qualcosa del genere?"
"Ci ha detto che state disturbando il nostro sistema di comunicazioni" conferma Mark.
"Simpatica. Memo per me: se mai Andrea dovesse arrivare su Marte, prepararle una calda accoglienza" dice Janine parlando al suo smartphone, poi si rivolge a Dur: "Cosa sapete di quello che sta succedendo?"
"Che è un gran casino?" si intromette Penny.
"A quanto pare la ZetaTech ed altre corporazioni minori hanno lanciato un attacco informatico ai computer che controllano le comunicazioni: i vostri smartphone non funzioneranno per molto tempo. Senza contare i danni alla gestione degli altri servizi. Nuova New York sarà presto nel caos".
"Ci consigli partire per Marte, quindi?" domanda il tecnico, incredulo.
"Marte ha chiuso ogni comunicazione con le Terra tre settimane fa e non so cosa troverete... In ogni caso, piuttosto che rimanere qui... Visto il compito che vi è stato affidato dubito che Andrea si aspetti di vedervi tornare, anzi direi che siete stati ufficialmente licenziati". Janine si osserva le unghie smaltate di viola, come riflettendo, poi aggiunge: "Del resto vi devo un favore".
"Devo assolutamente trovare il modo di chiamare papà a Londra" si inquieta Penny. "Come posso fare?"
Janine la guarda con commiserazione. "Nessuno ti ha detto nulla, miss Penny?" dice allungandole un tablet. Sullo schermo un lungo articolo celebra la fondazione di una nuova società su Marte. In seconda pagina un primo piano del coraggioso fondatore, Simon Clarke.
Penny si rigira il tablet tra le mani, la voce le trema: "Papà non farebbe mai una cosa del genere, lasciarmi qui se ci fosse davvero pericolo..."
Mentre Janine si allontana per telefonare, Mark e Dur cercano invano di asciugare le lacrime di Penny.
Janine ritorna pochi minuti più tardi. "Ho trovato chi vi può aiutare. Il mio amico Kolev ha un paio di posti liberi nella sua navetta: partirà non appena finito di sistemarla. Gli ho detto di venire questo pomeriggio alla InfoCorp per incontrarsi con voi. Adesso, se volete scusarmi, ho un sacco di affari che mi attendono".
"Grazie Janine, ci vediamo su Marte... Stai brava eh?"
"Cazzo, cazzo, cazzo no!" urla un tecnico uscendo di corsa dalla navetta. "Signora Janine, non so come dirlo, ma l'impianto di criogenizzazione numero uno ha avuto un guasto... temo di non poter fare niente e suo marito..."
"Oh, è terribile" sospira Janine. "Fatemi le vostre condoglianze: sono appena rimasta vedova".
11 commenti:
Cara, piccola, dolce Janine... l'abbiamo salvata da quello schifo di orfanotrofio nello sprawl ed ora guarda quanto è cresciuta! Addirittura moglie di un ricco corporativo!
Comunque continuo a non vedere una tazza di caffè nella mia mano, Janine. Allora?
Come al solito non ho capito niente. Ma quindi andiamo su Marte? Così, dal nulla? Io non ho nemmeno con me il mio spazzolino da denti
non ci ho capito granchè neanch'io, ma siamo ancora all'inizio ...
A quanto pare, a Nuova New York sta succedendo un gran casino e nessuno di noi sa nulla.
Janine (che era la nostra segretaria fino a qualche anno fa, prima di sparire dall'oggi al domani e far perdere le sue tracce) sembra sia a conoscenza di cosa sta succedendo.
Dato che è sempre stata una ragazza sveglia - fin troppo, oserei dire -, penso seguiremo il suo consiglio.
@Fisk: appena rientriamo nello Stryker, ti aggiorniamo. Avrai tutto il tempo di recuperare mutande, spazzolino e granate!
Ragazza sveglia e vedova distrutta dal dolore a quanto vedo...
è colpa sua se suo marito ha insistito per la comunione dei beni? o se il suo l'impianto di criogenizzazione è stato comprato al mercato nero?
è colpa sua se il marito le ha dato il compito di organizzare il viaggio e di prendere contatto con le hypercorp su Marte?
Sarà mica colpa sua se il tecnico che doveva occuparsi della criobara si era innamorato di una donna sposata???
Povera Janine il problema è che ce l'hanno tutti con lei!!!
sì, sì, sì, come no.
Janine, il caffè.
Si grazie! Lo prendo forte e senza zucchero,...Oh! dove ho la testa! Siamo in ritardo. Mi dispiace, ma non ho proprio tempo adesso, me lo potrà offrire su Marte...forse...
Forte e senza zucchero? Ok...
Fisk, chiedono di te!
Ecco il forte! Se vuoi anche qualcosa per addolcirmi non preoccuparti: il sangue in bocca ti farà sentire tutto più dolce
"Good news, everyone!"
Posta un commento