venerdì 11 maggio 2018
Penny entra nella sala riunioni e si accorge con stupore che è stata trasformata in un campo da minigolf: Killex e Fisk hanno spostato il tavolo e creato un complicato percorso tra sedie, cestini, cavi elettrici e file di bossoli. La buca finale è rappresentata dal vecchio case di un pc aperto e svuotato e Fisk, con l'aria concentrata ed un sigaro tra i denti, sta valutando la distanza tra questo e la sua pallina.
“Ragazzi, rimettete a posto questo casino in fretta. Avete la prova degli abiti alle 16.30 ed un appuntamento dal mio parrucchiere alle 18. Vi voglio impeccabili alla serata della Kicaid”
Killex, stravaccato su una poltroncina, con la riproduzione giocattolo di un ferro 3 di traverso sulle ginocchia ed una bottiglia di birra in mano, guarda Penny, stupito dal tono della sua voce. La guarda meglio e si accorge che ha il rossetto sbavato ed un grosso segno rosso – forse un morso – alla base del collo. La sua postura, gli occhi lucidi e la cantilena - insieme infantile e corrucciata – con cui si rivolge loro quando deve ordinare qualcosa, sono indizi inequivocabili.
“È riuscita a convincere Andrea ad infilarci al ricevimento?” chiede Fisk senza alzare gli occhi dalla pallina e dondolandosi sulle anche per preparare lo swing.
“Sì. Ho già i soldi e gli inviti dovrebbero arrivare tra un paio d'ore. Io adesso ho un miliardo di cose da preparare, ma la limousine è prenotata per le 20.30, quindi cercate di essere puntuali…”
“Si può sapere da chi ti sei fatta scopare?” esplode Mark saltando rabbiosamente su dalla poltroncina ed afferrando il suo capo per le spalle. Fisk sbaglia il colpo, mandando la pallina a cozzare violentemente contro la parete, e si volta a guardarli. Penny sbatte le palpebre e sorride allo sguardo furibondo di Killex:
“Oh, quello. Quasi non ricordavo che il sesso fosse così divertente…”
Fisk scoppia a ridere: “Secondo me è stata Andrea… Era solo questione di tempo prima che succedesse...”
Dalla prima porta sul corridoio dell'ufficio spunta Dur con in mano dei morsetti elettrici ed un rotolo di nastro isolante. Ha un largo sorriso sul volto sfregiato e gli occhi accesi dalla curiosità:
“Tu e Andrea, Penny? Posso chiederti cosa avete fatto?”
“Oh, praticamente tutto, direi. Due volte. Andrea è un po' brusca in effetti, ma ha una tecnica ed una resistenza veramente encomiabili. Senza contare il suo enorm…”
“Adesso basta!” ringhia Killex scuotendo Penny “Non so cosa mi trattenga dal prenderti a sberle… Rischio la vita per te ogni giorno, ti ho regalato un anello da cinquemila eurodollari e tu mi fai dormire sul divano, salvo poi…”
“Non è gentile rivelare il prezzo dei regali” gli fa notare lei, tranquilla
“La gentilezza è andata a fanculo!”
“Non capisco perché te la prendi tanto: il sesso è un ottimo collante nelle relazioni professionali. Rende l'atmosfera distesa e permette di superare le…”
“Peccato saperlo solo adesso che sto per sposarmi” ghigna Fisk guardando Dur, che annuisce vigorosamente:
“Io mi prenoto subito per il prossimo turno…”
“Voi due! Fuori dai coglioni, subito!” urla Mark ai suoi colleghi che escono dalla stanza ridacchiando. Killex sospira, stropicciandosi la faccia con le palme delle mani:
“Ascoltami bene, Penny: non so più cosa fare con te. Non ti rendi conto di come mi stai trattando?”
“È perché nell'ultima settimana non abbiamo dormito insieme?”
“È perché mi hai tagliato fuori dalla tua vita, maledizione! Hai smesso di parlarmi, hai praticamente smesso di guardarmi… Cosa ho fatto per meritarlo?”
Sentendosi accusata, lei mette il broncio: incrocia le braccia e borbotta, guardando il pavimento:
“Non è un momento facile”
“Beh, non è un momento facile nemmeno per me… Ma se, invece che chiudermi fuori dalla porta, avessi lasciato che io ti stessi vicino forse ne saremmo usciti insieme…”
“Oh, se volevi davvero starmi vicino avresti potuto forzarla, quella porta…”
“Avrei potuto forzarla??”
“Sì, se ti interessava veramente…”
“SE MI INTERESSAVA VERAMENTE??”. Killex afferra l'oggetto più vicino – un tablet abbandonato sul tavolo – e lo scaraventa contro la finestra: il vetro rinforzato rimane intatto, e la futilità del suo sfogo aumenta aumenta l'esasperazione del solitario. Si volta a guardare Penny, che mantiene inalterato il suo cipiglio testardo, e sente i muscoli del braccio contrarsi nell'istinto di mollarle un sonoro ceffone. Si trattiene a fatica ed esce dalla sala riunioni sbattendo la porta.
'fanculo alla cena di gala, 'fanculo a questo lavoro di merda. Si arrangino: mi licenzio immediatamente, così non dovrò più vederla. Finirò a fare la guardia giurata in qualche centro commerciale del cazzo, con una ridicola divisa blu e la sua brava targhetta lucida. Turni da dieci ore, paga misera e così poco da fare che potrò lavorare beatamente ubriaco. Ma intanto dove cazzo vado? Il Solitaire a quest'ora è chiuso e poi non ho voglia di vedere nessuno… Torno a casa, preparo una valigia e scrivo una bella mail di dimissioni… L'ascensore si apre sul garage e Killex si avvia verso il piccolo ufficio per prendere le chiavi di un'auto aziendale.
“Ciao bellezza, come mai da queste parti?” Abbandonando il cofano aperto sotto cui stava trafficando, Jackie gli si avvicina pulendosi le mani su uno straccio. Lo guarda sorridendo, incuriosita:
“Hai l'aria di aver bisogno di una birra…”
“Meglio di no, Jackie. Ho già bevuto abbastanza”. Lei lo prende per il polso e lo trascina nell'ufficio: ha dita forti ed un profumo intenso, misto di olio da motore, shampoo dozzinale e giovinezza.
“Siediti” dice indicando il vecchio divano nell'angolo - su cui Mendoza passa le notti guardando repliche di partite di football - poi apre un frigorifero e prende una bottiglia.
“Perchè non mi racconti cosa è successo?” chiede, sedendosi accanto a lui e porgendogli la birra. Killex scuote la testa bevendone un sorso, Jackie lo fissa con divertita impertinenza:
“Se non hai voglia di parlare possiamo fare qualcosa di meglio…” dice, posandogli le mani sul petto e baciandolo: un bacio risoluto, profumato di menta. Lui si sente invaso da un'ondata di calore e di beatitudine. Ha elemosinato l'attenzione di Penny per così tanto tempo che sentirsi desiderato è una tentazione irresistibile. Chiude sulla bocca di Jackie con la bocca improvvisamente famelica, mentre lei lo spinge giù, sui cuscini polverosi. Il telaio del vecchio divano scricchiola: Killex è talmente abituato alle membra docili e maneggevoli di Penny che il corpo di Jackie gli sembra troppo grande, troppo forte, troppo caldo. Ma, sotto la stoffa ruvida della tuta, la pelle di lei è liscia e compatta e stringerla è come entrare in un mondo nuovo, pieno di sorprese.
Fisk guarda la sua immagine triplicata dagli specchi sulle pareti del camerino: una sarta bionda, graziosa ed efficiente, sta fissando l'orlo della manica della sua giacca con degli spilli; un'altra sarta – bruna, ma altrettanto graziosa ed efficiente – è inginocchiata a segnare con un gessetto il fondo dei suoi pantaloni, in modo che coprano appena il collo delle scarpe. Anche le scarpe sono nuove e morbide, di cuoio opaco, con le impunture in contrasto e le suole insidiosamente lisce. Fisk, abituato agli anfibi, ha l'impressione che finirà per scivolare su qualche pavimento di marmo e rompersi l'osso del collo. Tutte quelle mani che gli scivolano addosso sotto la luce cruda dei faretti a led – tendendo la stoffa, lisciandola e ripiegandola – lo mettono vagamente in imbarazzo, ma deve ammettere che Penny, quando si tratta di vestiti, è insuperabile. Ha scelto personalmente tagli e stoffe senza consultarlo, discutendo a lungo con il direttore del negozio ed impuntandosi su dettagli incomprensibili: il risultato sono tre sconosciuti eleganti – di quell'eleganza rilassata e noncurante dei ricchi – che lo guardano meravigliati dagli specchi. Peccato che Penny non sia altrettanto decisa quando si tratta delle cose veramente importanti. Dopo tutto il lavoro che hanno fatto, e tutti i soldi che hanno permesso di guadagnare alla E.G.O. Inc, non ha ancora chiesto ad Andrea un maledetto aumento di stipendio – con il risultato che le loro paghe sono rimaste poco sopra il livello stagista. Fisk sente incombente il peso del suo matrimonio – in certi momenti è come una pistola puntata alla tempia – e dei soldi che non ha e dovrà spendere. Dana ha cominciato a mandargli indirizzi di ristoranti alla moda, di bomboniere costosamente artistiche, di esempi di inviti su cartoncini filigranati. Dana insiste per sapere se preferisce le rose o i tulipani, lamponi o meringhe, cipria o pesca (che, ha scoperto, sono dei colori). Dana ha delicatamente ventilato la necessità che lui incontri i suoi genitori… Dana non ha evidentemente ancora capito che lui lavora prevalentemente di notte, spesso in modo illegale, con il rischio di lasciarci la pelle ogni giorno. Killex l'ha scampata bella, beato lui, e continua a farne una tragedia.
5 commenti:
"Voi due! Fuori dai coglioni!"
"Ma Killex, aspetta! Sono all'ultima buca! Il mio handicap ne risentirà!"
...lo diceva mammma...smettila di giocare con le pistole e studia... XD
Direi che dopo il passaggio di Andrea la porta di Penny è ormai scardinata!
Mumble mumble... secondo me è possibile recuperare il video della performance...
Comunque non ho capito perché Killex ci abbia cacciati. Si stava parlando di sesso, ed io sono un'autorità in materia! E non si estromettono le autorità!
Fisk, tu hai qualche idea del perché?
Avrà le sue cose.
Certo che se voleva solamente rimanere da solo con Penny bastava dirlo
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