martedì 24 aprile 2018
Mark si volta in direzione della voce: due uomini in tuta da lavoro – di cui uno armato di fucile – vengono verso di lui. Troppo tardi per scappare, inoltre è completamente disarmato. Alza le mani e dice:
“Abbassate quel fucile, per favore. Sono solo un cliente: stavo cercando un cerchione per la mia macchina, ormai sono fuori produzione, e mi hanno detto che lo avrei trovato qui…”
Il solitario dà tranquillamente le spalle agli operai e fruga nel cumulo di rottami metallici scegliendo un grosso cerchio per automobili, piuttosto ammaccato. I due uomini lo guardano perplessi:
“Jack, questo non è uno dei soliti mangia-rottami che si infilano di solito…”
“Ma quale mangia-rottami” si indigna Killex raddrizzandosi con il cerchione in mano “Io sono un collezionista!”
“In ogni caso non dovresti essere qui. Muoviti!!” ordina l'uomo con il fucile. Il solitario si avvia docilmente lungo il sentiero che si snoda tra le cataste di detriti:
“Posso sapere cosa sta succedendo?”
“Quel bastardo di Mittermaier ci deve almeno sei mesi di stipendio” commenta quello che si chiama Jack
“Inaudito! Non avete qualcuno che vi rappresenti?”
“Certo che ce li abbiamo: Torsten e Martha Owens. Tu continua a camminare”.
La guardia si sporge dal camminatoio sopra il cancello ed urla a Fisk, facendo un cenno con il fucile:
“Ehi, tu, piccoletto! Verso l'ingresso!”
Le due lastre di metallo cominciano ad aprirsi sferragliando.
“Mi sa che sta parlando con lei, dottore” ghigna il solitario
“Non ho nessuna intenzione di entrare lì dentro” risponde Rosenbringer “Se riuscirete a stabilire un contatto amichevole con gli operai rivoltosi sarò lieto di trattare con loro qui fuori”
“Lei è proprio un vigliacco” commenta Fisk scuotendo la testa e dirigendosi verso l'interno del centro demolizioni.
“Il fatto che lei identifichi il coraggio con l'inclinazione a partecipare alle sparatorie non mi stupisce, ma come il solito la sua visione della complessa rete delle relazioni umane a…”
Fisk non lo ascolta, e raggiunge il varco presso cui, tra due guardie armate, lo attende un uomo in tenuta da operaio che lo squadra con sospetto:
“Mi hanno detto che cerchi Freede. Chi cazzo sei?”
“Uno che potrebbe darvi una mano, magari liberandovi del galoppino del capo. Qual è il motivo della rivolta?”
“Le nostre richieste sono le solite: essere pagati a fine mese. Questa volta però la faccenda è diventata personale…”.
Penny raggiunge intanto il primo dei due magazzini: un basso e largo edificio di cemento senza finestre. La pesante porta di metallo è chiusa da un chiavistello senza lucchetto e la ragazza scivola all'interno senza fare rumore. L'ambiente è deserto e, nella poca luce che filtra dalla porta socchiusa, si scorgono le sagome dei macchinari silenziosi; negli angoli sono ammassati mucchi di materiali di recupero: pneumatici, parti di motori ed altre componenti meccaniche, evidentemente ancora in buono stato, pronti per essere smistati e rivenduti. Penny si richiude la porta alle spalle e sgattaiola fino al secondo magazzino: questo ha l'intera parete posteriore in vetrocemento su cui si aprono delle finestrelle. Dall'interno provengono brani di una conversazione concitata:
voce femminile: “Che ti salta in testa, Marcus? Non siamo delle bestie!”
voce maschile: “Perdona la franchezza, Martha, ma Marcus ha ragione. Dobbiamo liberarci di Freede, è una minaccia per tutti noi”
voce femminile: “No! Jacob ha detto che oggi non ci saranno morti”
voce maschile: “Ma hai sentito anche tu per cosa era stato pagato quel figlio di puttana!”
voce femminile: “Sì, ho sentito. Facciamo così: una volta che Jacob avrà messo un po’ di sale in quella zucca marcia di Mittermeier, potrai fare le tue recriminazioni. Per il momento, però, nessuno torcerà un capello a quello stronzo. Lasciamolo dove l'abbiamo rinchiuso...”
Penny si allontana silenziosamente dal magazzino e si guarda intorno, cercando il luogo in cui Freede è stato sequestrato. Non ha capito molto di quanto sta succedendo al Cimitero di North Hill, se non che gli operai hanno intenzione di fare le scarpe al loro direttore e che per questo hanno rinchiuso il suo uomo di fiducia. Il suo senso di lealtà alla gerarchia aziendale, però, non le lascia dubbi riguardo il da farsi: individua e raggiunge di soppiatto una piccola costruzione al limitare del lotto – l'unica che non ha ancora esplorato. Le occorrono cinque minuti buoni per forzare il lucchetto che chiude il portone, armeggiando con una forcina per capelli e guardandosi nervosamente intorno ad ogni rumore. L'interno è una semplice stanza dalle pareti di cemento, senza finestre, illuminata da una debole lampadina ad incandescenza che pende dal soffitto. Lungo tutta la parete di fronte corre una rastrelliera con fucili, shotgun ed altre armi oliate e cariche; sulla destra una porticina socchiusa: Penny recupera una pistola e si affaccia in una sorta di ripostiglio. Ci sono delle sedie di metallo cui sono ammanettati quattro tizi imbavagliati: gli uomini la guardano stupiti, lei riconosce Freede e si affretta a sciogliere il fazzoletto che gli copre la bocca:
“Sei Adam Freede?”
“Questo dipende molto da chi sei tu, bellezza” risponde lui con tranquilla insolenza
“Mi manda Mittermaier, ha bisogno di aiuto e dice che tu sai cosa fare. Ma stai attento: i tuoi colleghi, lì fuori, ce l'hanno a morte con te”
Freede ghigna:
“Non ti preoccupare, tesoro. Io e la mia squadra, qui, siamo specialisti nel risolvere problemi…”.
Scortato dai due operai – Jack un paio di passi davanti a lui e l'uomo con il fucile un paio di passi più indietro – Killex continua a camminare tra i cumuli di rottami: dato che reagire contro di loro è troppo pericoloso per il momento, il solitario cerca di conquistarsi la loro simpatia e di raccogliere contemporaneamente qualche informazione.
“Anch'io sarei furibondo se mi dovessero sei mesi di stipendio… Succede sempre così qui? Avete mai pensato di cercare un altro lavoro?”
Jack si volta a guardarlo con un misto di curiosità e diffidenza:
“Perchè, hai qualcosa da propormi, signor corporativo?”
“Magari sì, quali sono le tue qualifiche?”
“Sono un operaio specializzato: addetto alle macchine, spostamento mezzi e cose così”
“Ti intendi di lavori meccanici e saldature?”
“Certo, per chi mi hai preso?”
“Lasciami un contatto allora: la mia società è sempre alla ricerca di buoni meccanici” sorride Killex incoraggiante
“Ti stai davvero lasciando infinocchiare da questo damerino, Jack?” chiede l'uomo con il fucile
“Ehi, io sto solo cercando di darvi una mano!”
“Farai bene a stare al tuo posto, signor colletto bianco. Rischi di infilarti in un gioco troppo pericoloso…”.
Fisk, senza degnare di uno sguardo le due guardie armate ai lati del cancello, squadra l'operaio che gli sbarra l'accesso al centro demolizioni:
“Parliamoci chiaro. Sono qui per affari e non ho tempo da perdere: se mi spiegate qual è il vostro problema sarò lieto di darvi una mano. Io aiuto voi e voi aiutate me, chiaro?”
I tre uomini si scambiano occhiate incerte
“Avanti: cosa ha fatto Mittermaier di così grave questa volta?”
“Ha evitato di pagarci apposta per portarci all'esasperazione. Stufo di aver a che fare con la nostra richiesta di essere pagati, ha assoldato un gruppo di mercenari per eliminare Jacob Torsten e Martha Owens, i nostri rappresentanti sindacali, durante lo sciopero. Sa che senza di loro saremmo persi: sono gli unici, in questo buco, a capirne qualcosa di diritto del lavoro e…”
“E questi mercenari sarebbero al soldo di Freede?”
“Esattamente”
“Ottimo: adesso raggiungo i vostri rappresentanti e poi scambio quattro chiacchiere con Mittermaier. Ah, a proposito: il vostro collega, McWilliams, si è intascato tutto da solo quattromila eurodollari che il mio capo gli ha dato per farci entrare...”.
5 commenti:
Ehi Andrea non so se il tuo piano in origine fosse proprio quello di dividere i personaggi sui due fronti avversi o se hai solo dato corda ai giocatori, ma in ogni caso la situazione molto interessante, divisi e senza la possibilità di organizzarsi devono gestirsi autonomamente e finora Killex e Fisk se la stanno cavando abbastanza bene.
Complimenti comunque attendo con ansia i prossimi sviluppi!
quando mi hanno dato del corporativo ho capito che ero uscito vestito nel modo sbagliato XD
In effetti certe parole possono ferire...
...anche il cerchione che tengo in mano...XD
La divisione del gruppo non era prevista, hanno fatto tutto loro. Io ho solo interpretato i PNG in base alle loro descrizione e seguito gli sviluppi.
Diciamo che, in quest'avventura, ho deciso di "spingere" sul senso del pericolo (vero o presunto...).
E, quando l'opzione "standard" ("CARICOOOOOOOOOOOOO!" XD ) è scesa in graduatoria, le scene si sono fatte MOLTO più interessanti! =D
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