martedì 3 aprile 2018
Schiacciato contro la parete del soggiorno, Mark fa cenno a Penny di mettersi al riparo, ma lei non se ne accorge neanche. Resa apatica dal dolore e stordita dalla morfina, rimane accoccolata sul divano, a testa bassa: sente una strana impressione d'irrealtà ed è estremamente calma, come se guardasse la situazione in cui si trova da una grande distanza:
“Va bene signor Malone, trattiamo: cosa pensava di offrirmi?”
“Quello che vuole. Cercherò di accontentare le sue richieste”
“Potresti cominciare dicendoci che cosa ci fanno le impronte di Dur sulla cassa che abbiamo trovato a casa tua” interviene bruscamente Fisk. Non è abituato alla parte della preda in trappola, non è abituato a trattare con i suoi nemici e l'impotenza in cui si trova lo rende furioso.
“Non te lo ricordi?” la voce nel telefono suona sorpresa “Cinque mesi fa, sulle Highway. Per noi è stato un furto andato male, voi ve ne siete andati con il furgone e con quello che credevo fosse un cadavere. Invece in qualche modo te la sei cavata, Fisk”
“E cosa contengono le fiale?”
Killex nel frattempo ha attraversato la stanza con tutta la rapidità che la sbornia gli concede, ha sollevato Penny dal divano prendendola per il braccio e l'ha trascinata al riparo. La stringe tra il suo corpo e la parete, attento a non schiacciarle la spalla ferita; lei sembra avere qualche difficoltà a stare in piedi, e gli appoggia la testa sul petto, chiudendo gli occhi.
“Non ne ho idea. Siamo stati pagati per una commissione, e io non sono il tipo da fare domande superflue. Comunque vi dirò tutto quello che so, se mi restituirete Kristjan” risponde Malone, poi sospira “Si è comportato come un idiota, nonostante io abbia tentato di dissuaderlo almeno un milione di volte. Del resto quel ragazzo ha un po' di casino in testa, da quando sono morti Amber e suo cugino Jason”
“Noi non c'entriamo nulla con quella storia” mormora Penny quasi a se stessa, ma la voce nel telefono replica:
“Probabilmente no, miss Clarke, ma lei è indirettamente responsabile della rovina finanziaria della sua famiglia. Semplice acquisizione e smembramento di un'azienda per Simon Clarke, catastrofe economica per un centinaio di famiglie della middle class. Il padre di Kristjan si è suicidato subito, sua madre lo ha imitato sei mesi dopo. Lui aveva quindici anni”
“Certo che tuo padre ne ha lasciati di orfani in giro” ghigna Mark, reso inconsapevolmente cinico dall'alcool; Penny non dice nulla, ma si irrigidisce e trema “Va bene Malone. Se ti restituiamo quel coglione del tuo amico, farai in modo di tenercelo lontano?”
“Assolutamente. Sono stanco di riparare ai suoi casini”
“E ci darai le informazioni che vogliamo?” insiste il solitario
“È la parola di un ex agente InfoCorp ad un altro, Killex, se il nome Mathias Vogel ti dice qualcosa…” Dur, che si è riparato dietro il tavolo, si sporge a guardare Mark: Mark guarda lui, perplesso. Mathias Vogel era il miglior cecchino della corporazione, un ragazzino con un talento straordinario per gli omicidi su commissione: si dice abbia fatto saltare quasi seicento teste prima di essere ucciso, nel 2027, durante una missione a Londra, a nemmeno diciotto anni.
“Tu sei Mathias Vogel?” chiede il tecnico
“Diciamo che lo ero nella mia vita precedente. Adesso mi accontento di essere Andrew Malone”
“Va bene” sospira Killex “Lasciaci contattare il nostro amministratore delegato per un'autorizzazione, e potrete andare a prendere Ragnarsson direttamente alla E.G.O. Inc, diciamo tra un'oretta. Poi ricordatevi di passare di qui: vorrei scambiare due chiacchiere con lui in privato prima che lo portiate via”
“Come vuoi, immagino che a Kristjan una lezione faccia bene. Ma ricorda che lo voglio vivo”.
Un furgone nero dai vetri oscurati, piuttosto ammaccato ma con il motore di una fuoriserie, è fermo davanti all'ingresso del condominio. Nella pioggia che cade fredda e uguale – sono quasi le tre del mattino – Killex si dirige verso il portellone posteriore del mezzo senza riuscire a reprimere un ghigno. È disarmato, ma tiene in mano una bottiglia di gin di ottima qualità, per festeggiare. Dal sedile del passeggero scende un uomo di colore, in jeans ed anfibi, con un fucile a pompa sulla schiena: squadra per un attimo il solitario poi, senza una parola né un cenno, apre per lui lo sportello sul retro. Dentro il vano di carico ci sono altri due tizi, di cui uno indossa un camice bianco, ed una stretta barella da campo: sulla barella Ragnarsson giace scomposto ed apparentemente privo di sensi. Indossa ancora il suo elegante completo da ufficio grigio chiaro, ma la stoffa è piuttosto stropicciata, i bottoni della camicia sono allacciati storti ed il colletto è strappato. Quando Killex sale sul furgone i due uomini si fanno indietro: il solitario appoggia la bottiglia sul pavimento, poi afferra Kristjan per il bavero, tirandolo su a sedere. Lui apre gli occhi gemendo, un filo di saliva gli cola sul mento.
“Ho una bella notizia per te… Ho promesso di non ucciderti anche se mi piacerebbe farlo. Ma ricorda una cosa: se provi di nuovo ad avvicinare Penny farò in modo che quello che è successo oggi ti sembri una passeggiata”
Killex lo agguanta per la nuca, sollevandogli il viso, poi tira fuori dalla tasca dei jeans una pinza da idraulico e gliela infila in bocca. Kristjan spalanca gli occhi biascicando qualcosa con espressione terrorizzata, mentre Mark stringe uno dei suoi incisivi nel becco della pinza e lo spezza con un movimento secco del polso. Godendosi l'urlo inarticolato che segue, il solitario stappa la bottiglia di gin con i denti e, senza togliere gli occhi dalla faccia di Ragnarsson contorta dal dolore, ne beve un lungo sorso. Gli uomini nel furgone aspettano in un silenzio impassibile, si sente la pioggia tamburellare sul tettuccio e sui vetri e Mark continua a stringere la nuca del suo rivale: prova ad infilargli di nuovo la pinza in bocca, ma Kristjan tiene i denti disperatamente stretti tra le labbra insanguinate.
“Non ho ancora finito con te” sorride il solitario assestandogli un pugno sulla tempia “Il primo era per quello che hai fatto a lei, il secondo è per quello che hai fatto a me”.
Killex siede placidamente sul divano rosso, allungandosi di tanto in tanto a prendere la bottiglia di gin sistemata sul tavolino di fronte a lui. Ubriaco e stanco, segue distrattamente la conversazione, pensando ai denti che tiene nella tasca dei jeans e guardando Penny, accoccolatagli accanto. Fisk e Dur stanno bevendo caffè e parlano quasi amichevolmente con Malone:
“Come vi stavo dicendo, il furgone era targato IQE9806 ed apparteneva ad una certa Extreme Bioengineering Lab. Il carico era destinato al Trapetium Shipping Centre, un aeroporto privato al settimo livello. Quando lo abbiamo fermato Killex e Fisk sono usciti sparando ed hanno falciato quasi metà della mia squadra. Io allora ho piazzato un colpo di shotgun nello stomaco di Fisk e sono scappato con una cassa. Ho trovato strano che non mi abbiate inseguito. Quanto al contenuto: non ho idea di cosa sia, non abbiamo bravi tecnici di laboratorio da queste parti…”
“E di chi erano i cadaveri che avete nascosto nel nostro magazzino?” chiede Dur, che sta registrando la conversazione
“Questa è una buona domanda. Sono stati recuperati da un gruppo dei nostri sotto coordinamento di Shimitzu, in una discarica al primo livello, amichevolmente chiamata Cimitero di North Hill. La parte interessante della faccenda è che, mente vi pedinavo, credo di aver visto l'assassino…”
“Tu ci pedinavi?”
“Beh, a tempo perso, s'intende. Avevate quasi sterminato una delle mie squadre e volevo sapere con chi avevo a che fare… Siete in gamba, questo è sicuro”
“Grazie. Fa piacere essere apprezzati” ghigna Fisk “Purtroppo nel nostro lavoro capita di rado”
“Eravate al Cimitero di North Hill, lo scorso novembre, e Dur ha scambiato una valigetta con dei tizi. Poi Killex ha sparato ad un uomo che provava a scappare e Fisk l'ha infilato in una pressa. Ve ne siete andati con un camion, e io stavo per seguirvi quando ho visto una donna scendere da una macchina e scaricare un corpo in una pressa”
“Sai chi è, questa tizia?” chiede Dur
“Non ci credevo nemmeno io, ma è Emma Kincaid”. Fisk e il tecnico si guardano: a loro quel nome non dice assolutamente nulla e, con gli impianti per l'hyperreality off line, non possono saperne di più. Al solitario viene in mente soltanto una Qualcosa Kincaid, attrice di film vietati ai minori molto in voga qualche anno prima.
“Intendi l'attrice porno?” chiede perplesso
“Quella è ENJA Kincaid, non Emma” lo corregge Dur, poi si volta verso il suo capo “Penny, sai chi è Emma Kincaid?”
Lei sbatte le palpebre, come se la domanda l'avesse svegliata all'improvviso, poi risponde:
“È l'amministratrice delegata del TraumaTeam per la sede di Nuova New York”
“In ogni caso” riprende Malone “Vi farò avere le foto che ho scattato al Cimitero di North Hill. Se avete bisogno di contattarmi nei prossimi giorni potete usare questo telefono. E diciamo che avete un giro di birra pagato al Blue Wrapped Bar: offre Kristjan”.
3 commenti:
Mi torna in mente il detto: " I nemici di oggi possono essere gli alleati di domani!"
oh come mi piace giocare alla fatina dei denti con questo stronzo
Laurea honoris causa in odontoiatria! XD
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