venerdì 12 gennaio 2018
Il dottor Rosenbringer si sciacqua le mani nel lavandino di ceramica sbeccata nel suo ambulatorio al primo livello: nella stanza accanto, una sala operatoria con le pareti verdi e scrostate e carrelli operatori e macchinari medicali, giace morto il suo paziente. L'uomo era in attesa di un trapianto di fegato ma, all'ultimo momento, il corriere che doveva consegnare l'organo ha pensato bene di non presentarsi. Probabilmente il fegato è stato venduto a qualcuno che ha pagato meglio. Per fortuna il paziente ha pagato l'operazione in anticipo, del resto sono cose che succedono, al primo livello. Rosenbringer sospira asciugandosi le mani su una salvietta di carta: dietro di lui la sua infermiera, con ancora i guanti macchiati si sangue, chiede:
“Chiamo qualcuno a portare via il corpo, dottore?”
“Grazie Evelyn, poi chiamami un taxi” risponde, e telefona a Penny.
Dopo una quindicina di chilometri, superata la zona delle caserme, la ford pinto si ferma davanti ad un vecchio condominio scrostato: l'illuminazione stradale è scarsa e l'edificio, incassato tra alti palazzoni uguali, getta ombre poco rassicurati sull'asfalto, tra le pozzanghere. Nonostante l'ora tarda, intorno nel quartiere c'è un discreto via vai: sono per lo più prostitute dai vestiti sgargianti, spacciatori in attesa di clienti e ragazzi radunati in gruppetti che chiacchierano e bevono birra, ascoltando musica dai loro cellulari.
“Siamo arrivati. Quarto piano, interno tre” dice A.J.
“Grazie” risponde Penny scendendo dalla portiera posteriore.
“A buon rendere, tesoro”
Mentre attraversano la strada, i tre vengono superati di un taxi che si ferma poco più avanti: ne scende Rosenbringer e si dirige verso di loro.
“Allora a che punto siamo?” chiede. Il dottore ha l'aria stanca, ma mantiene inalterato il suo atteggiamento asciutto ed efficiente.
“Asset dovrebbe essere in questo condominio, al quarto piano… Ah, dottore, darebbe un'occhiata alla ferita di Killex?” chiede Penny
“Qui, per strada? Entriamo almeno nell'atrio” L'ingresso del condominio è ampio e semibuio, con un vecchio pavimento di mattonelle scrostate. C'è un bancone deserto e, su un lato, una sorta di sala d'attesa con divanetti e tavolini su cui giacciono vecchie riviste impolverate.
“Fisk, dai un'occhiata intorno, intanto”
Rosenbringer valuta con occhio critico l'arredamento nella stanza:
“Meglio che rimanga in piedi, Killex” dice e, svolte le bende fatte con la giacca di Penny, si mette ad esaminare la ferita: il proiettile si è fermato nel bicipite femorale. Killex avverte distintamente le dita guantate del dottore frugare nella sua carne.
“Vuoi un po' di morfina?”
“No” risponde Mark digrignando i denti Rosenbringer estrae il proiettile e lo lascia cadere tintinnando sul pavimento, poi fascia la coscia del solitario
“Questo dovrebbe tenere per un po', adesso andiamo”.
Sulle porte gli ascensori del condominio recano dei cartelli scritti a penna che recitano “OUT OF ORDER”, così Penny, Fisk, Killex e Rosenbringer si avviano su per le scale. Svoltando sul primo pianerottolo incontrano un uomo che scende: ha la pelle mulatta e indossa una giacca di cuoio borchiata sopra una maglietta bianca, piuttosto stropicciata, con il logo di una gang di motociclisti. Sotto la giacca, all'altezza dell'ascella, si nota il rigonfiamento di una pistola.
“Buonasera” sorride Penny facendo per passargli a fianco
“Hola puta!”risponde lui afferrandole un polso e mettendo in mostra, con un ghigno, parecchi denti d'oro “A donde vas tan corriendo?”
“Mi dispiace” risponde lei gentilmente “Ma adesso ho del lavoro urgente da fare”
“Claramente estaba pensando en esto! Cuanto quieres?” chiede l'uomo fissando lascivamente il busto della ragazza dove, da sotto la camicetta aderentissima spuntano liberi i seni.
“Penny, devo togliertelo di torno?” ringhia Killex mettendo una mano sotto la giacca. Dietro di lui Rosenbringer scuote sospirando la testa.
“Ah!” dice l'uomo rivolgendosi a Mark “Eres su protector? La chica es realmente hermosa… Pagarè con gusto”
“Cosa sta dicendo questo stronzo?” chiede allora Killex, che non ha capito nulla, a Penny
“Vuole sapere quanto prendo. Pensa che tu sia il mio pappone” risponde lei sorridendo.
“Te lo dirò una volta sola: qui non c'è nulla per te, quindi togliti dai coglioni!” minaccia il solitario stringendo i pugni
“Vale, vale… Me voy” sospira l'uomo lasciando andare il polso della ragazza ed avviandosi giù per le scale “Puta de mierda!”
“Umpf, questa cosa mi succede in continuazione” dice Penny riprendendo a salire i gradini.
“E non crede che sia il caso di chiedersi il perché?” commenta Rosenbringer
“Crede sia colpa mia, dottore?” chiede lei, perplessa
“Ne parleremo martedì”
Giunti sul pianerottolo del secondo piano, i quattro vedono, seduti su degli sgabelli pieghevoli davanti ad un tavolino da campeggio, tre uomini anziani piuttosto male in arnese che giocano a carte. Attraverso i muri, lungo il corridoio, si sente pompare della musica da discoteca: improvvisamente la porta di un appartamento si apre, facendo esplodere il volume della musica: ne escono una ragazza bionda e molto magra, piuttosto carina, ed un ragazzo a torso nudo, con un enorme teschio fiammeggiante tatuato sul petto. I due si baciano a lungo sul pianerottolo, poi il ragazzo infila della banconote nella scollatura di lei e torna nell'appartamento, richiudendosi la porta alle spalle. “Qualcuno si diverte qui, a quanto pare” commenta Fisk infilando le scale per il terzo piano. La ragazza bionda intanto, percorre il corridoio con passo incerto e raggiunge il gruppo
“Buonasera” dice con voce impastata appendendosi al braccio di Rosenbringer “ti va di divertirti un po', tesoro?”
“Signorina, credo che nelle sue condizioni la cosa migliore sia farsi una bella dormita, e soprattutto smetterla con la cocaina. Ci sono diversi farmaci sperimentali che possono aiutarla con la disintossicazione: quando si riprende mi chiami” risponde il dottore svincolandosi e mettendole in mano un biglietto da visita “Quanto al resto: ho una fidanzata molto gelosa, mi dispiace”
“Beato lei” commenta Killex a denti stretti continuando a salire.
Dal pianerottolo del terzo piano giunge un brusio di voci confuse: quando Penny svolta l'angolo delle scale vede, fermi in piedi all'ingresso del corridoio, una mezza dozzina di motociclisti. Indossano delle giacche di pelle con ricamati sopra dei serpenti intrecciati, ed un paio di loro hanno anche tatuato, sul cranio rasato, lo stesso disegno. Squadrano Penny lasciandola passare, ma chiudono la via a Killex e Fisk, guardandoli con aria di sfida
“Siete consapevoli del fatto che appartenere ad una gang sia di solito sintomo di omosessualità repressa?” chiede con voce piatta Rosenbringer agli uomini, da dietro le spalle dei due solitari
“Ehi, damerino, ci stai dando dei finocchi?” chiede uno di loro
“Il fatto che tu me lo stia chiedendo dimostra che ho usato parole troppo difficili per te. Per favore, evitate di fare le checche isteriche e lasciateci passare”
Quattro canne di pistola vengono puntate sul dottore.
“Adesso tu chiedi scusa, stronzo. E poi vediamo cosa fare di te!”
“Adesso voi ci lasciate passare e, la prossima volta che vi ritroverete con un buco in pancia, cercherò di non tagliare troppo a fondo”
“Ehi, ma quello è il dottor Rosenbringer!” mormora intanto uno dei tizi che stanno puntando il dottore, abbassando la pistola.
“Signori, signori…” interviene Killex conciliante “Perdonatelo. È uno psichiatra, dà del finocchio a tutti…”
“Veramente sono un dermatologo, comunque…” comincia il Rosenbringer, ma viene afferrato per il bavero da uno degli uomini in giacca di pelle e scagliato giù per le scale. Rotola malamente per i gradini e finisce in fondo alla rampa storcendosi una caviglia. Killex e Fisk intanto hanno estratto le pistole.
“Dottore, tutto bene?” chiede, precipitandosi per le scale, uno dei motociclisti: aiuta Rosenbringer a rialzarsi e poi urla ai suoi compagni “Questo è il dottore che ha salvato la vita a mio fratello, due mesi fa. Usate un po' di rispetto, idioti!”
Penny ha intanto raggiunto il quarto piano. Lungo il pavimento di linoleum sporco si aprono numerose porte e la ragazza raggiunge quella del terzo appartamento, appoggiandoci sopra l'orecchio. La vecchia porta di compensato lascia udire delle voci:
“Cazzo, cazzo, cazzo! Shimitzu non risponde al cellulare!”
“Tu prova di nuovo. Speriamo che non scoprano dove siamo nascosti!”
4 commenti:
"...perdonatelo è uno psichiatra, da del finocchio a tutti!"
Geniale!!! XD
Purtroppo il tiro per persuadere / minacciare il gruppo ha fallito clamorosamente...
... tra l'altro, alla fine il nome non è molto importante, però non era Smithson. Era Shimitzu. =D
Problemi di registrazione! Correggo subito!
per il dottore, un sigaro rimane sempre è solo un pene XD, questo per tirare in ballo Freud XD
Posta un commento