venerdì 21 luglio 2017
Ellen Silva si fa dare un pad da Crandell e collega la pendrive che contiene un unico file video intitolato “guardami!”; tutti le si fanno intorno ansiosi. Il video a tutto schermo inquadra dall'alto quella che sembra la camera da letto, con tende civettuole alle finestre e un ampio letto trapuntato di blu: nella stanza entra Crandell, subito seguito da una ragazza giovane e molto attraente. L'uomo chiude la porta e bacia la ragazza con passione, poi i due iniziano a spogliarsi. Fisk emette un fischio di approvazione, ma Crandell, pallido in volto, interrompe il video:
“N-non è come sembra” balbetta.
“Lei ha intenzione di farsi ricattare da una cosa del genere?” chiede Penny, piuttosto perplessa.
“Io amo mia moglie, e non voglio avere problemi con lei. Questo video significa la fine del mio matrimonio e la mia rovina economica. Non posso permetterlo” risponde Crandell prendendosi la testa tra le mani.
“Quando è successo?” chiede Killex.
“Due giorni fa”.
“Ma questa ragazza è la sua amante o è stato un incontro occasionale?”
“L'ho conosciuta ad una festa aziendale: ha detto di essere la segretaria di un investitore e di chiamarsi Susan. Ha continuato a flirtare con me finché, complice l'alcool, l'ho portata qui”.
“Adesso almeno sappiamo perché i suoi colleghi hanno cambiato idea” commenta Penny “Lei dovrebbe scoprire se, a quelli che si sono tirati indietro, è successo qualcosa di simile”.
Prima di attaccarsi al telefono, Crandell fruga nel portafogli, ne tira fuori un cartoncino filigranato e lo porge a Penny:
“Prima di andarsene Susan mi ha lasciato questo”. Sul biglietto sono stampati il nome di una ditta, la SM IMPORTS, un indirizzo email ed un nome: Shunichi Machida. Sul retro un numero di telefono scritto a penna.
“Vediamo di contattarla subito” dice Penny facendo partire una chiamata al numero, a cui però non risponde nessuno. Ellen intanto cerca informazioni su Shunichi Machida e sulla SM IMPORTS: risale così ad un uomo asiatico sulla cinquantina, executive manager di una piccola corporazione che si occupa di importazioni a Nuova New York dal Giappone.
“Probabilmente questo tizio non c'entra nulla” sbuffa Penny, quando Silva la informa sul risultato delle sue ricerche “Quella era una prostituta pagata da qualcun altro. Sarà meglio chiamare Melanie e chiederle di localizzare il telefono”.
Sentendosi frustrato ed ansioso di menare le mani, Fisk scende e si siede in macchina, aspettando che torni il fattorino: dopo una decina di minuti lo vede arrivare in bicicletta. Il ragazzo appoggia un pacchettino sopra la rastrelliera delle cassette delle lettere, suona il campanello, inforca la bicicletta e corre via prima che il solitario riesca a raggiungerlo. Fisk allora ingrana la prima e si immette nel traffico per inseguirlo, zigzagando tra le altre macchine per riuscire a tenergli dietro. Quando si accorge di essere seguito, il fattorino gira sulla destra e si infila in un vicolo troppo stretto per l'automobile; Fisk impreca, inchioda di traverso davanti all'ingresso del vicolo facendo stridere le
gomme e scende di corsa. Ricorre il ragazzo in bicicletta per una decina di metri, ma si accorge presto che è troppo veloce, così prende la mira e spara alle gomme. Il proiettile perfora la camera d'aria, gomma esplode ed il fattorino vola in avanti, cadendo malamente sull'asfalto. Il solitario si slancia per raggiungerlo, ma il ragazzo si rialza e comincia a correre: percorre quel che resta del vicolo, svolta a sinistra e si infila dentro una porta aperta. Fisk lo insegue e si trova nella cucina di un ristorante: è molto caldo e c'è un forte odore di salsa di soia e di pesce. Sei o sette tra cuochi vestiti di bianco e camerieri interrompono quello che stavano facendo si voltano a guardarlo
“Ehi, lei non può stare qui!” lo apostrofa un grosso uomo asiatico sulla quarantina che brandisce un coltello, con un cappello da chef ed un grembiule macchiato.
“Consegna speciale” risponde il solitario e, senza fermarsi, attraversa la cucina e supera una porta a due battenti, entrando nella sala del ristorante. Vede il fattorino che corre tra i tavoli urlando:
“Aiuto! Vuole ammazzarmi!” La sua voce copre la musica di sottofondo e tutti i clienti smettono di mangiare e guardano Fisk a bocca aperta: il solitario grida:
“Fermate quel tipo! Ha tentato di fregarmi!”. Con un gesto deciso, un maître in giacca bianca e cravatta nera afferra il fattorino per il braccio e dice qualcosa in una specie di orologio da polso: subito da una porta sul fondo della sala entrano due guardie vestite di scuro, le sagome delle pistole ben visibili sotto le giacche. Uno dei due uomini immobilizza il fattorino, l'altro si piazza minaccioso davanti a Fisk che, per nulla impressionato, dice:
“Questo piccolo stronzo ha ricattato il mio datore si lavoro, lasciate che me ne occupi io”
“Dovete uscire di qui” dice il maître “State spaventando i nostri clienti” Le guardie scortano i due in uno stanzino senza finestre con una scrivania, delle sedie ed un televisore che trasmette le notizie del giorno.
“Vedete di non fare troppo casino: la OCP sta arrivando”.
Fisk manda un messaggio a Killex, comunicandogli la sua posizione e l'imminente arrivo della polizia; passano lentamente una decina di minuti, in cui il solitario tenta inutilmente di convincere le guardie a lasciarlo andare, poi arrivano due volanti. Due poliziotti raccolgono la deposizione di Fisk, altri parlano con il ragazzo:
“Lei ha appena aggredito un portalettere della TwoandEx, è in un mare di guai”.
“Siete sicuri che sia chi dice di essere? Ha minacciato il mio capo”.
“So fare il mio lavoro” risponde indispettito il poliziotto “Se lei sta cercando di indispormi ci sta riuscendo. Adesso vi portiamo tutti e due in centrale, parlerete con il capitano”.
Allarmato dal messaggio di Fisk, Killex ne comunica il contenuto a Penny ed Ellen: i tre decidono di raggiungere il solitario al ristorante. Penny promette a Crandell di tornare presto e di risolvere il suo problema e lo esorta a telefonare ai suoi colleghi, poi tutti scendono.
“Cazzo, Fisk ha preso la macchina” esclama Killex vedendo che al posto della loro berlina è parcheggiata un'utilitaria.
“Chiameremo un taxi” risponde Penny che intanto ha trovato il plico lasciato dal fattorino sopra le cassette delle lettere: lo scuote un paio di volte prima di aprirlo. Dentro ci sono tre stampe: la bolla di accettazione del pacco incriminato e due istantanee riprese dal filmato di una videocamera ambientale. La spedizione è stata segnalata come urgente e pagata in contanti tre ore prima; le istantanee mostrano un tizio dall'aria trasandata, con vestiti sporchi sdruciti e la barba brizzolata che paga allo sportello della ditta di spedizioni.
“Hanno pagato un barbone per consegnare il pacco” commenta Killex, seccato “E quell'idiota di Fisk si è fatto arrestare per niente”.
Mentre aspettano un taxi fuori dal condominio dove vive Crandell, Penny riceve una chiamata da Melanie:
“Ciao capo! Ho controllato il telefono di cui mi hai dato il numero: è intestato ad una certa Susan Vanitzian e si trova al terzo livello. Vi mando subito l'indirizzo”.
Killex intanto chiama il suo amico Hank alla OCP: il telefono squilla a lungo, molto a lungo.
“Spero per te che sia importante perché stavo facendo un interrogatorio” risponde infine il poliziotto. “Ciao Hank! Scusa se ti disturbo, ma Fisk ha avuto dei problemi con i tuoi colleghi mentre inseguiva un sospettato. Fammi sapere cosa dobbiamo fare per farlo uscire”.
“Umpf” sbuffa Hank, prima di riattaccare.
Fisk e il fattorino vengono portati da una volante alla centrale della OCP e chiusi in due diverse stanze per gli interrogatori. Un poliziotto non troppo ostile, ma dall'aria tremendamente annoiata raccoglie di nuovo la deposizione del solitario e non gli consente di fare telefonate – la stanza è schermata – e poi se ne va. Dopo una quindicina di minuti, in cui Fisk pensa seriamente di distruggere il mobilio della stanza – il tavolo di metallo, le sedie scomode, la parete a specchio – e di sfondare la porta, entra Hank. Fisk si alza, lo saluta e gli tende la mano. Il poliziotto guarda la mano, guarda il solitario e per tutta risposta gli intima:
“Siediti”
“Ti sembra il caso di metterti a sparare al settimo livello? Abbiamo controllato il ragazzo che effettivamente lavora alla TwoandEx: il suo titolare ha garantito per lui. La società ti farà sicuramente causa: io posso cercare di mitigare le cose, ma dovrai scusarti. E pagare”.
“Quanto?” chiede Fisk.
“Diciamo che per la bicicletta, i danni per le mancate consegne, le minacce e il tentativo di omicidio faranno diecimila eurodollari come minimo. Fossi in te chiamerei quella che il tuo amico si sbatte e le chiederei un bonifico, è la tua unica possibilità di uscire di qui senza mettere di mezzo gli avvocati”.
“Grazie detective, ti prometto che questo tipo di incidente non si ripeterà più” ghigna Fisk “Adesso posso fare quella telefonata?”
1 commenti:
Quando uno pensa di essere sopra ad ogni regola, è così che finisce. In arresto.
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