lunedì 26 giugno 2017
Equipaggiati per scendere nello sprawl, Killex, Fisk e Penny, con Ellen Silva al seguito, raggiungono il Maastricht Complex, un vecchio, enorme deposito al secondo livello. Il complesso è recintato da un'alta rete metallica ed agli ingressi ci sono delle telecamere ed una guardiola con pareti di cemento:
ricordando le raccomandazioni di Andrea, il gruppo fa un giro intorno all'isolato fino a trovare un punto in cui la recinzione è stata divelta e poi sistemata con delle fascette metalliche. Fisk strappa le chiusure e solleva la rete, permettendo agli altri di entrare nel complesso. Raggiunta con circospezione la zona dei box, i quattro entrano nell'edificio e cercano la porta numero 2147. Dopo essersi guardato intorno per accertarsi che nessuno faccia caso a loro, Killex apre il grosso lucchetto che chiude il portone.
L'interno del box è freddo, umido e spoglio, con il pavimento di cemento. Non ci sono finestre, ma solo una parete coperta da scaffalature vuote ed un tavolo con sopra una vecchia valigetta di cuoio. La valigetta contiene un pad, una busta, due chiavi ed un rotolino di banconote. Nella busta ci sono cinque tessere identificative della Hazard Tech MD, con false identità. La tessera di Penny recita “ricercatore medico” e quella di Fisk “capo della sicurezza”.
“Tu saresti il mio capo?” chiede Killex a Fisk, guardando la sua tessera con su scritto “sicurezza”.
“Riga dritto, Miller” ghigna Fisk sbirciando la targhetta che Mark si sta appendendo alla giacca.
Sul pad c'è un documento che Penny legge attentamente:
“Dobbiamo spacciarci per un gruppo di ricerca della Hazard Tech MD, una società che fa analisi statistiche in medicina. Dobbiamo andare in una clinica nello sprawl, amichevolmente chiamata il Mattatoio e gestita dalla dottoressa Lorraine Bentley. A lei dobbiamo chiedere di poter visionare le cartelle cliniche per selezionare i pazienti più adatti alle nostre ricerche. Ci servono demenza fronto-temporale, malattie infettive, tumori, e cyberpsicosi. Abbiamo a disposizione un furgone ed un utilitaria che troveremo nel parcheggio di questo magazzino.”
“C'è una tessera anche per il dottor Rosenbringer” dice Fisk “Effettivamente se andiamo a frugare in mezzo a cartelle mediche potremo aver bisogno di lui”.
“Prova a telefonargli allora”.
Al telefono del dottore risponde la segreteria, ed il solitario gli lascia un messaggio.
Recuperati i veicoli, i quattro scendono nello sprawl entrando da un piccolo ingresso secondario: una spessa grata di metallo, imbullonata ad un recinto di filo spinato, interrompe la strada e ci sono tre uomini armati a sorvegliarla. Killex si sporge dal finestrino del furgone ed allunga alla guardia il suo tesserino della Hazard Tech MD con arrotolata intorno una banconota da cinquanta eurodollari.
“Qual è il motivo della vostra visita?” chiede l'uomo intascando il denaro senza battere ciglio
“Ricerche mediche” risponde il solitario.
“Buona fortuna” dice laconica la guardia, facendo cenno ai suoi colleghi di aprire la grata.
Lungo la strada dissestata non c'è quasi nessuno, ed i veicoli avanzano verso sud est, fino a raggiungere una zona che prima della glaciazione doveva essere un parco o un bosco: adesso dai finestrini si vedono sfilare solo tronchi di alberi morti, terreno bruciato e sparute costruzioni di legno pericolanti. Sulla destra un laghetto ghiacciato e chiazzato di immondizia, circondato da vecchie panchine intorno a cui giocano dei bambini infagottati in vecchi cappotti troppo grandi. Ad un tratto una berlina nuova di zecca, dipinta di vernice perlata da cui esce musica a palla, li supera facendo stridere il clacson: Killex e Fisk, alla guida dei due mezzi bestemmiano, ma non raccolgono la provocazione.
Segue una zona di ex fabbriche abbandonate, molte delle quali deserte, alcune occupate da relitti di umanità perduta: davanti agli ingressi sono ammucchiati cumuli di immondizia e materiale vario, i muri sono crepati dal tempo e crivellati qui e là da colpi di proiettile. Nonostante sia giorno, il cielo è talmente lontano, su oltre i tetti dei grattacieli dei livelli sovrastanti, che l'unica fonte di illuminazione è data dai lampioni che tremolano ai lati della strada. Lo spettrale panorama deprime il gruppo che prosegue in silenzio fino a svoltare in una laterale a sinistra che finisce in un piazzale. C'è un alto edificio dal tetto piano, con piccole finestre chiuse da spesse grate e con parcheggiati davanti numerosi veicoli in diversi stadi di conservazione. A guardia dell'ingresso ci sono due uomini pesantemente armati.
“Dobbiamo pagare qualcuno perché ci guardi le macchine” dice Penny a Mark mentre questi fa manovra per parcheggiare il furgone. Killex si guarda attorno e nota un gruppo di ragazzi che parlottano nel parcheggio davanti all'edificio, probabilmente degli spacciatori di droghe e farmaci illegali. Fisk scende dalla macchina, si avvicina al capannello di giovani e confabula un po' con loro: alla fine consegna loro delle banconote e torna indietro. Il gruppo percorre il vialetto fino all'ingresso.
“Non sembrate granché malati” li apostrofa una delle guardie, puntandoli con un fucile a pompa. Penny non si fa intimorire:
“Buongiorno a lei, sono la dottoressa Cazares della Hadard Tech MD. Avrei bisogno di avere un colloquio con il vostro responsabile” risponde sorridendo e mostrando il tesserino.
“Entrate pure allora, ma dovete consegnare le armi”.
Scambiandosi un cenno d'intesa, i due solitari consegnano il fucile a pompa, ma non le pistole celate sotto la giacca. L'interno dell'edificio è vecchio e rovinato, ma meticolosamente pulito. C'è una sala d'attesa con una decina di persone sedute ed un bancone, dietro ad una spessa grata metallica. I pazienti sono stravaccati su delle seggiole imbullonate alle pareti: un paio hanno segni di ferite d'arma da fuoco ed i vestiti sporchi di sangue, ma conservano un'espressione strafottente, gli altri guardano fisso il pavimento e non alzano nemmeno gli occhi. Un'infermiera dall'aria stanca, con una vistosa fasciatura sul braccio sinistro, si avvicina a loro:
“Cosa posso fare per voi?” chiede con voce gutturale.
“Siamo ricercatori della Hazard Tech MD e vorremmo parlare con il vostro responsabile” risponde Penny. L'infermiera annuisce e si avvia ciabattando lungo un corridoio sulla destra, prende una piccola radio dal taschino del camice e la accende. Silva si guarda attorno e cerca di fare delle riprese con la fotocamera impiantata nei suoi occhi, ma si accorge che nell'edificio non c'è copertura e che tutti i suoi sistemi di comunicazione sono offline. Dopo cinque minuti, l'infermiera torna e fa loro cenno di seguirla lungo il corridoio, su per una scala, fino ad una stanzetta con una scrivania dietro a cui siede una donna di mezza età con folti capelli ricci e gli occhiali sulla punta del naso che sta scrivendo qualcosa su un blocchetto di carta. Sul tavolo davanti a lei ci sono un computer ed una pila di cartelle cliniche cartacee.
“Buongiorno dottoressa Bentley, è un piacere conoscerla” dice Penny, avanzando verso la donna per stringerle la mano.
“Buongiorno a voi” risponde la dottoressa alzandosi dalla scrivania “Come posso aiutarvi?”.
“La nostra società” dice Penny in tono professionale “La Hazard Tech MD, sta conducendo degli studi statistici su alcuni tipi di patologie, vorremmo sapere se la sua struttura è disponibile a partecipare”.
“Questa è una struttura privata” risponde la donna con aria scettica “E non è nostra abitudine rilasciare dati all'esterno...”.
“Ma la sua struttura è un'eccellenza a questo livello” la lusinga Penny “E noi abbiamo bisogno soltanto di un campione ben selezionato di pazienti: tratteremo solo i dati di chi è disposto a collaborare. Siamo poi naturalmente disposti a pagare per il disturbo”.
A queste parole gli occhi della dottoressa si accendono di interesse: “E quanto paghereste?” “Diciamo duemila eurodollari a paziente?”.
“Mi sembra un buon prezzo”.
“Quindi lei saprebbe indicarmi un elenco di pazienti in base alla lista che le darò?”
“Posso darvi accesso all'archivio…”.
Accompagnati dalla segretaria della dottoressa Bentley, I quattro raggiungono l'archivio del Mattatoio, una stanza piena di scaffalature di metallo cariche di cartelle cliniche.
“Qui” dice la segretaria indicando una scansia “Sono le cartelle cliniche dei pazienti ricoverati, qui quelli appena dimessi”.
“Abbiamo contanti per sei pazienti” ricorda Penny alla squadra.
“Ma qui ci saranno un centinaio di persone ricoverate!” dice Ellen scorrendo le cartelle “A quanto pare al secondo piano sono ricoverati pazienti con malattie infettive... Ma non vedo casi di cyberpsicosi”
Improvvisamente, dal piano inferiore si sentono risuonare dei colpi d'arma da fuoco.
4 commenti:
Ma non Penny non era la dott.ssa Klacsonn?
per una volta non ho cominciato io uno scontro a fuoco XD
@Fisk: mi sembrava troppo farsesco e così ho usato "fake name generator"
p.s: comunicazione di servizio: io me ne vado in vacanza. ci vediamo lunedì prossimo!
Nello Sprawl, cominciare un conflitto a fuoco è alla portata di chiunque. L'importante è concluderlo con il cuore che batte ancora!
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