venerdì 23 giugno 2017
Domenica mattina Janine sveglia Penny lanciandole un tablet sul letto:
“È uscito l'articolo su di voi!”
Penny mugola qualcosa si avvoltola nelle lenzuola rosse di raso, ignorando il pad aperto sulla pagina del NNY Chronicles. Sbuffando, Janine setta la sveglia sul comodino a “la Cavalcata delle Valchirie” per un paio di minuti dopo ed esce dalla stanza. In cucina, Killex, Fisk e Dur bevono caffè guardando le notizie sportive. Il tecnico mostra una faccia assonnata e profonde occhiaie bluastre, dovute ai turni incessanti di lavoro della settimana passata; Mark ha l'aria impensierita: non ha ancora detto una parola.
“Killex, cosa succede?” chiede Fisk
“Sono un po' preoccupato per mia sorella. Mi ha mandato un messaggio strano: si scusa per avermi trattato male… probabilmente è nei guai… Credo che andrò subito da lei. Volete venire con me?”.
“Io passo” risponde Dur “Ho bisogno di dormire. Speriamo che non mi chiamino dall'ufficio anche oggi”
“E andiamo” risponde invece Fisk accendendosi un sigaro.
Nell'appartamento esplode la musica ad altissimo volume: un minuto dopo, scarmigliata e nuda, Penny entra in cucina.
“È rimasto un po' di caffè?” chiede sbadigliando.
“Vuoi venire con me e Fisk a trovare Rose?” le chiede Mark dandole una pacca sul sedere prima di allungarle una tazza.
“Non posso: ho un appuntamento più tardi” risponde lei sedendosi su uno sgabello e sistemandosi i capelli sulla fronte.
“Devo far preparare una macchina? Dove andiamo?”.
“Non ho bisogno che tu venga con me. Pranzo con Kristjan Ragnarsson dell'ufficio Logistica”.
Killex e Fisk arrivano all'appartamento di Rose, e suonano il campanello. Dopo una decina di minuti, e dopo che Mark ha suonato di nuovo, la donna risponde al citofono:
“Cosa vuoi?”
“Sono venuto a trovarti, stai poco bene…”
“Non ti ho detto che sto poco bene, è tutto a posto”
“Non mi fai neanche entrare? Ti ho portato delle fragole”
“E va bene, sali” sbuffa Rose. I due solitari salgono al quindicesimo piano: la porta dell'appartamento è socchiusa e si sentono provenire dei rumori dalla cucina. Quando Mark entra nella stanza il suo cuore dà un balzo doloroso: Rose, intenta a sistemare qualcosa nell'acquaio, è pallida e molto magra, con delle brutte chiazze scure sulla pelle del viso. Il solitario appoggia le fragole sul tavolo e fissa la sorella con fare inquisitorio.
“Devi dirmi cos'hai”
“Niente. In questo periodo sono un po' stressata per il lavoro. Ciao Fisk” risponde lei, poi apre il frigorifero e mette davanti agli uomini due birre. Un po' imbarazzato e un po' preoccupato Fisk apre la lattina, beve un sorso e si guarda attorno: la piccola cucina, con due file di pensili laccati di bianco ed il pavimento di piastrelle chiare, è perfettamente pulita ed ordinata, ma nel lavandino ci sono due tazze da caffè, una delle quali sporca di rossetto. Il solitario si alza in piedi e si sporge nel salotto per controllare: la stanza è deserta, ma accanto al divano è abbandonato un paio di stivali con il tacco alto. Fisk entra nel soggiorno annusando l'aria in cerca di tracce del dopobarba di un eventuale ospite e scrutando la stanza.
“Cosa stai facendo?” chiede Mark dalla cucina.
“Lasciami fare Killex, lo sai che sono per un quarto spinone” ribatte il solitario che ha sentito un profumo stranamente familiare, ma non ricorda a chi appartiene “Rose, se hai ospiti e vuoi che ce ne andiamo basta che lo dici”
“Non c'è nessuno, è solo che ora ho molto da fare” ribatte lei recisa, ma decisamente a disagio.
“C'è qualcuno che ti minaccia?” ribatte Fisk insospettito, estraendo la pistola ed avviandosi lungo il corridoio.
“Ehi! Metti via quell'arma e non azzardarti ad entrare nella mia camera!” gli grida dietro Rose, rincorrendolo, ma il solitario è già nella stanza da letto: dà un occhiata intorno e, pistola alla mano, si dirige deciso verso verso l'armadio. Dentro, tra le giacche e i cappotti spunta Ellen Silva con aria attonita e colpevole.
“Oh!” balbetta Fisk perplesso.
“Ehm, io stavo per andare” dice la giornalista uscendo dall'armadio.
“Quindi voi vi conoscete...” e
“Quindi voi andate a letto insieme...” dicono all'unisono Fisk e Killex piuttosto increduli.
“Questi sono affari miei” taglia corto Rose. Ellen nel frattempo raccoglie le sue cose e, senza salutare nessuno, si defila rapidamente verso l'ingresso.
“Silva, non occorre che te ne vai…” le urla dietro Killex, ottenendo in risposta soltanto il rumore di una porta che si chiude.
“Pensa che tu voglia scorticarla viva e metterla sotto sale” sospira Rose con i pugni piantati sui fianchi.
“No, perché? Ha scritto un buon articolo…” balbetta Mark, sempre remissivo quando ha a che fare con lei.
“Lo so, l'ho letto. Guai a te se le fai qualcosa” ribatte Rose, puntandogli un dito sul petto.
“Rose, io e Silva abbiamo avuto delle piccole divergenze di opinione, ma…”.
“Adesso levatevi dai piedi, ho molto da fare” lo interrompe lei in tono stanco. Mark guarda la sorella, nuovamente colpito dal suo aspetto malato.
“Va bene, ce ne andiamo. Ma tu fammi sapere come stai. Ti chiamo domani”
Quel pomeriggio, la squadra viene convocata al nono piano.
“Non ti ho più chiesto com'è andato il tuo appuntamento” dice Mark a Penny mentre la ragazza, davanti al grande specchio della sua camera, si dà un'ultima passata di mascara sulle ciglia e ne controlla l'effetto arricciando le labbra.
“Appuntamento?”
“Il tuo pranzo. Con Ragnarsson”
“Oh, ma non è stato un appuntamento. Cioè, abbiamo fatto un pic nic in un orto botanico, e questo è stato molto carino. Ma non ha nemmeno tentato di baciarmi… Probabilmente non gli piaccio” risponde lei con aria mortificata.
“Penny, solo tre categorie di uomini possono permettersi ti non trovarti attraente: i ciechi, i pazzi e i gay. Ma nelle prime due categorie ci sono sicuramente delle eccezioni”.
“Sei gentile” dice Penny, alzandosi in punta di piedi per baciarlo e lasciandogli una leggera traccia di rossetto sulla guancia “Adesso andiamo, Andrea ci aspetta”.
I due escono dalla stanza e raggiungono Fisk che li sta attendendo all'ingresso, poi tutti vanno alla E.G.O. Inc e salgono con l'ascensore all'ultimo piano. Andrea li riceve immediatamente e, contrariamente al solito, ha quasi un'espressione bonaria.
“Accomodatevi” dice, indicando l'unica poltroncina libera di fronte al grande tavolo bianco. Penny si siede, Killex e Fisk rimangono come al solito in piedi alle sue spalle.
“Volevo informarvi che nell'ultimo mese il lavoro di Thang ha permesso di sbloccare le ricerche del dottor Carey. Abbiamo prodotto un siero sperimentale, una formula con dei nanobot che possono eseguire diagnosi e, se correttamente programmati, risolvere numerosi problemi. Inutile dirvi che questo siero potrebbe farci guadagnare milioni e che la sua esistenza è per ora una notizia strettamente riservata”
“Abbiamo fatto tutti i test preliminari, bruciando qualunque tappa possibile. Ora dobbiamo provare il siero in vivo su degli esseri umani: ci serve del materiale genetico interessante per massimizzare i profitti e ridurre al massimo i costi di ricerca. Voi avete il compito di fornirmi questo materiale” “Cioè dobbiamo trovare qualcuno oppure ci userà come cavie da esperimento?” mormora Fisk preoccupato. Andrea finge di non averlo nemmeno sentito.
“Non vi occuperete di questa missione con le vostre vere identità. Per nessun motivo, di questa operazione, dovranno essere fornite informazioni a chicchessia. Il vostro obiettivo è entrare in una clinica nello sprawl, trovare i pazienti e portarli qui. La procedura nel dettaglio è spiegata nel plico che ho fatto preparare per voi. Questa” continua Andrea mettendo una chiave sul tavolo “Apre un magazzino al secondo livello dove troverete quello che vi serve. Avete domande?”.
“No, direi di no, per il momento” dice Penny.
“Ah, tenete aggiornata miss Silva. Ci servirà pubblicità quando le sperimentazioni saranno terminate, ma fino ad allora non deve uscire una sola parola”.
“Farò preparare un accordo di riservatezza al nostro ufficio legale” mormora Penny.
3 commenti:
Povera Janine, dover svegliare Penny... la prossima volta le urlerà nell'orecchio: "Ultimi 10 minuti per approfittare dei saldi su esclusivissime scarpe al nono livello!"
maledetto Ragnarssonn
Devo ammetterlo, Killex... si presenta meglio di te! L'uomo rude piace fino ad un certo punto!
... ok, ora con caaaaaalma... abbassa quel cannone. Non vuoi spararmi davvero... vero?
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