venerdì 2 febbraio 2018
I minuti passano lenti. Non fidandosi della propria voce, Penny tace: la consapevolezza di aver facilitato il lavoro al capitano e l'immagine dei tre cadaveri fatti a pezzi che ha visto nei frigoriferi l'hanno fatta sprofondare in una confusa disperazione. Se avesse detto che il box apparteneva alla E.G.O. Inc, il mandato di perquisizione sarebbe stato più difficile da ottenere: un giudice non autorizza con leggerezza indagini sugli affari di una corporazione, così invece… Mark e la sua fedina penale non proprio pulita hanno appena vinto un soggiorno in un carcere di massima sicurezza, trent'anni come minimo. Mai più si addormenterà con il respiro di lui sulla nuca, le sue braccia intorno. E non può nemmeno chiamarlo, dirgli di scappare. Quanto a loro, cioè lei, Fisk e Rosenbringer, il diavolo sa di cosa saranno accusati. Andrea probabilmente troverà il modo di svincolare la sua azienda dall'indagine, sacrificandoli… In ogni caso il suo lavoro è perso. E la sua carriera è finita: nessuna corporazione si sognerà di assumerla, dopo uno scandalo del genere. Come sarà deluso, suo padre! Lui non ha mai fatto un errore così idiota, anzi probabilmente non ha mai fatto errori in generale…
Penny si sente addosso lo sguardo del capitano, anche se non ha il coraggio di alzare gli occhi dalle scarpe.
“Forse vuole confessare qualcosa, miss Clarke?” suggerisce Samatha Rowling “Una dichiarazione spontanea renderebbe più leggera la sua posizione in tribunale…”
La ragazza lancia un'occhiata a Rosenbringer: in piedi accanto a lei, con la solita aria compassata, il dottore stringe le labbra.
“N-non ho niente da confessare, capitano”
“Come preferisce, vuol dire che aspetterò ancora un poco…”
Nella stanza torna il silenzio, rotto solamente dal ticchettare di un vecchio orologio alla parete: la Rowling riprende a sfogliare il documento che le ha inviato Rosenbringer, i quattro agenti sulla porta sono impassibili. Dopo qualche minuto – a Penny sembra passata un'eternità – si sente di nuovo bussare.
“È arrivato il mandato?” chiede il capitano senza riuscire a nascondere una certa impazienza.
“Nossignora. Ma potrebbe uscire un attimo? Sembra che abbiamo un problema…” balbetta il poliziotto che si è affacciato nell'ufficio. Lei si alza, spazientita, ed esce, chiudendosi la porta alle spalle.
“Non ci credo nemmeno per un secondo! Comunque faremo dei controlli, chiamerò Michigan. Voi
intanto cercate di tenerli occupati: non voglio quei due cazzoni tra le palle…” la sente imprecare Rosenbringer attraverso il muro, poi Samantha Rowling rientra nella stanza e torna a sedersi alla scrivania.
“Un contrattempo, capitano?” sorride il dottore “Dovrebbe sapere che non è facile mettersi contro una corporazione…”
“Non me ne frega un cazzo della sua azienda da quattro soldi”
“Giusto. Lei vuole solo fare carriera, anche a discapito del lavoro altrui… Dell'innocente lavoro altrui…”
“Innocente? Lei probabilmente non è nemmeno nato innocente. Nel box abbiamo trovato tracce di sangue e polvere da sparo, oltre alla cocaina” lo interrompe Samatha Rowling. La sua voce, però, è tesa.
Si sentono dei passi nel corridoio, poi la porta si apre ed un agente mormora:
“Mi dispiace, capitano, ma non sono riuscito a trattenerli…”
Fisk e Killex lo superano e si piazzano al centro della stanza, esibendo due tesserini identificativi.
“Vorrei chiarire, capitano Rowling, che per colpa sua è appena saltata un'indagine federale riguardo attività illegali da parte della InfoCorp” comincia Mark in tono di esasperata calma “Questo è piuttosto fastidioso perché sono anni che io e l'agente Fisher ci facciamo il culo come infiltrati…”
“Crede che ci faccia piacere fare quello che abbiamo fatto?” si intromette Fisk, a muso duro “Crede che mi faccia piacere uccidere le persone?”
Lo sguardo di Samantha Rowling passa dall'uno all'altro: squadra Fisk dalla testa ai piedi
“Io direi di sì”
“E direbbe una cazzata. C'è un motivo se io sono un agente federale e lei un semplice capitano della OCP!”
“Questo è tutto da verificare”
“Bene. Dato che ci avete fatto saltare la copertura, vuole continuare a pestarci i piedi o vogliamo cominciare a collaborare?”
“Stiamo da anni dietro a Simon Clarke ed abbiamo dovuto farci assumere come dipendenti di sua figlia per riuscire ad arrivare a lui…” spiega Killex, ma viene interrotto dall'ingresso di un poliziotto che porge a Samatha Rowling un cellulare dicendo:
“Capitano, c'è in linea il direttore Michigan”
Lei allunga un braccio ma Fisk, più rapido, afferra il telefono e, con un gesto rabbioso, lo stritola nella sua mano metallica. Il capitano spalanca gli occhi e fa un passo indietro, gli agenti sulla porta estraggono le pistole e gliele puntano addosso.
“Ma chi si crede di essere?” lo aggredisce la Rowling “Ero al telefono con il suo capo!”
“Chi mi credo di essere? Al diavolo il mio capo! Avevamo mandato una fottutissima comunicazione alla OCP specificando che questa mattina avevamo degli affari qui! Sono sicuro che quel coglione del capitano Dodge ha volutamente ignorato questa informazione, e mandato lei a beccarsi la rogna di interferire in un'indagine federale… Adesso sparatemi pure, fantaccini, ma vi ricordo che farlo è un reato federale!” righia Fisk. Il capitano Dodge, all'epoca dei fatti un semplice detective, ha dei trascorsi piuttosto burrascosi con il solitario, avendolo fermato un paio di volte: gli avvocati della InfoCorp l'hanno tirato fuori di galera per il rotto della cuffia. Nonostante la tensione del momento, Killex non può fare a meno di ammirare la prontezza di spirito del suo amico.
Samantha Rowling si copre gli occhi con una mano, sospirando; gli uomini sulla porta continuano a tenerli sotto tiro, ma ad almeno un paio di loro tremano le mani.
“Voi volete davvero disturbare il direttore? Perchè non chiamate prima quella centrale da videogioco che vi ritrovate e non cercate la nostra comunicazione?” continua Fisk nello stesso tono rabbioso, approfittando del vantaggio guadagnato. Killex intanto gira le spalle al capitano e invia rapidamente un messaggio sulla linea di emergenza di Dur:
“Direttore federale Michigan. Dirottare chiamata in arrivo. Confermare al capitano Samantha Rowling della OCP che Kramer e Fisher sono suoi agenti sotto copertura”.
Il tecnico salta a sedere sul suo divano, svegliato dal messaggio che legge sbadigliando. Gli occhi gli si spalancano, ma le dita stanno già digitando il numero dell'ufficio Sicurezza Informatica:
“Jenkins, ho bisogno di te, immediatamente!”
Mentre aspetta che l'hacker lo raggiunga, Dur trova in rete delle videoconferenze del direttore della polizia federale di Nuova New York e le fa campionare da un programma di distorsione vocale di sua invenzione. Lancia anche una ricerca incrociando i nomi di Samatha Rowling e di Robert Michigan per scoprire quali siano i loro rapporti. È talmente immerso nel lavoro che l'apertura della porta del suo ufficio lo fa sobbalzare: lui e Jenkins si guardano, entrambi stupiti. Dur siede alla scrivania nudo ed arruffato, mentre Jenkins tira su con il naso, asciugandosi con le dita gli occhi pieni di lacrime.
“Cosa succede, Melanie?”
“Skyroot” risponde lei con un singhiozzo “L'hanno beccato dentro il sito della polizia federale. Adesso è in infermeria, in coma farmacologico. Probabilmente gli hanno fritto il cervello”
“Merda!” gli occhi del tecnico vagano per un attimo nella stanza, mentre il peso della notizia gli preme sullo sterno “Merda, merda, merda!”
Jenkins ricomincia a piangere, Dur sospira.
“Adesso, Melanie” dice mettendole una mano sulla spalla “Devi trovare un telefono e prenderne il controllo per me. Abbiamo fretta”.
“Robert?”
“Ciao Samantha, ci sono problemi?”
“Ho qui due dei tuoi uomini sotto copertura che sostengono che il tuo ufficio ha mandato una comunicazione alla mia centrale, avvertendoci di stare lontani dal Maastricht Complex oggi. È vero?”
“Sinceramente non ne ho idea, non seguo tutte le indagini dei miei, specialmente quelli sotto copertura…”
“Gradirei che tu la mi dessi una risposta in fretta. Va bene la collaborazione, ma essere minacciata dai tuoi agenti non mi piace. Non mi piace per nulla”
“Sono addestrati per essere stronzi. Se vuoi passarmeli ci parlo io”
“Hai accesso ai database delle operazioni? Voglio il numero di protocollo di questa richiesta. Devo scoprire come è successo questo casino”
“Te lo cerco subito. Posso parlare con loro, intanto? Passami quello meno arrabbiato”.
5 commenti:
skiroot semper fidelis
Scena da appalusi e standing ovation per Fisk! Grandioso!
Friggere il cervello...è una condizione di morte cerebrale irreversibile? Cioè è andato? E sagara che fine ha fatto? Non era lui l'hacker? Mi sa che mi sono perso pezzi
Basta, non ce la faccio più. Se mi vogliono incastrare a suon di false accuse allora io me ne tirerò fuori con false credenziali.
@Rocco: Sagara è tecnicamente morto e la sua coscienza è stata trasferita in un server. è il nostro firewall e il nostro assistente vocale. Skyroot invece è il responsabile dell'ufficio sicurezza informatica, ed è stato scoperto mentre inseriva le credenziali di Killex e Fisk nel sito della polizia federale. Il suo cervello era connesso alla rete quindi si è beccato dei danni. Quanto gravi lo saprete in seguito...
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