lunedì 13 novembre 2017
Sulla rampa che scende nello sprawl ci sono veicoli che bruciano ancora alzando un fumo acre nell'aria umida di pioggia, e qui e là qualche cadavere. Killex guida con prudenza facendo lo slalom tra i rottami e imprecando. Rosenbringer si sporge per guardare fuori scuotendo la testa, Penny chiama Cheng.
In sottofondo si sente pulsare della musica metal:
“Da?”
“Buongiorno, e scusa se ti disturbo”
“Niet buongiorno, questo è giorno di merda!”
“Mi dispiace, possiamo fare qualcosa per te?”
“Tu sa di mio carico scomparso?”
“No, mi dispiace”
“Allora tu non può fare un cazzo!” sbuffa il russo “Cosa tu vuole?”
“Avremmo bisogno di qualche informazione su una banda di boosters che si fanno chiamare Presidentz…”
“Da, io conosce quei figli di puttana. Perchè tu vuole sapere?”
“Stiamo andando a parlare con loro”
“Udàci! Quanti uomini tu ha portato?”
“Killex e Fisk”
“Allora io consiglia te di fare testamento… Tu lascerebbe a me tuoi organi?”
“Sei sempre un gentiluomo, Cheng… Ma perché pensi che saranno così ostili? Dobbiamo solo parlare”
“Voi deve pagare loro meglio di loro clienti… Loro si occupa di spaccio ed ha molti soldi. Tu ha intenzione di cambiare fornitore? Ivory Wolf è merda e io potrebbe diventare molto geloso”
“Non ti cambierei con nessun altro Cheng”
Il russo ghigna
“Io da a te consiglio gratuito: tu prima spara e poi fa domande. Se tu dopo è ancora viva io fa volentieri affari con te. Da svidania” dice prima di riattaccare.
“A quanto pare questi sono dei tipi tosti” sospira Penny “Forse non dovremmo infilarci nel loro covo a testa bassa”
Killex non risponde e continua a guidare, mentre Fisk si volta a guardarla
“Lei cosa suggerisce?”
Improvvisamente Mark inchioda, sballottando i passeggeri dello striker
“Ma che cazzo…” brontola Ellen rialzandosi
“Guardate lì!”
In mezzo alla strada tutta buche, sfuggito da un cortile circondato da lamiere, corre stridendo un fagiano. Un paio di barboni dai lati della strada hanno già abbandonato le loro occupazioni e si sono lanciati sull'animale.
“Non toccate il mio fagiano!” si sente urlare mentre un uomo in canottiera, cappotto di pelo e stivali di gomma esce dal cortile armato di fucile. I due barboni alzano le mani e si fanno indietro, mentre il proprietario del fagiano comincia a ricorrere l'animale che scappa svolazzando. Fisk apre il portello dello striker e si sporge fuori
“Accelera Killex, lo prendo!” esclama ignorando una rosa di pallettoni che si incassa sul fianco del mezzo. Killex spinge sull'acceleratore e colpisce di striscio il proprietario del fagiano sbalzandolo di lato, Fisk si slancia sulla strada: rotola e cade afferrando l'animale che ciangotta tutta la sua indignazione.
“Ce l'ho Killex, l'ho preso!”
“Salta su prima che qualcuno ti faccia un buco testa!”
“Ma che carino sei” dice Penny allungando una mano per accarezzare il fagiano che la becca furioso. Fisk gli ha infascettato le zampe e l'animale si divincola e stride sul sedile posteriore dello striker “Dottore, secondo lei è un maschio o una femmina?”
“Credo sia una femmina” risponde Rosenbringer “Se la trattate bene farà le uova”
“Ti chiamerò Clothilde”
I quartieri residenziali si alternano alle fabbriche semi abbandonate, mentre qui e là si sente risuonare qualche sparo. Ai lati della strada sparuti passanti infagottati in abiti pesanti si affrettano sotto la pioggia; a qualche angolo, gruppi di ragazzi vestiti di pelle ciondolano fumando attorno alle loro motociclette e si girano a guardare il mezzo blindato.
“Non crede che sarebbe il caso di procurarci dei rinforzi, miss Penny?” chiede Fisk interrompendo i tentativi della ragazza di fare amicizia con il fagiano.
“Abbiamo un mezzo corazzato con un cannone, cos'altro potrebbe servirci?” risponde lei perplessa
“Potremmo pagare qualcuno per prendere contatto con i Presidentz e chiedere loro un incontro” propone Ellen
“Questa è una buona idea! Dottore, lei conosce qualcuno che rischierebbe la vita per cinquanta eurodollari?”
“Penso di sì” risponde Rosenbringer scorrendo la rubrica del suo cellulare e rintracciando il contatto di un giovane tossico che gli deve più di un favore “Buongiorno Bob, sono Rosenbringer come va?”
Bob tossisce a lungo prima di biascicare
“Dottore… non è che avrebbe qualche spicciolo?”
“Ti offro cinquanta testoni se mi fai un favore”
“Cinquanta? Coff coff… Non è che mi sta prendendo per il culo?”
“Assolutamente no”
“Va bene” dice il tossico con la voce accesa dalla bramosia “Ci vediamo tra venti minuti all'angolo tra la Fillmore e Stuart street, fuori dal parco”.
Il Marine park, che all'inizio del secolo ospitava un lussuoso campo da cricket, è stato a lungo abbandonato fino a che – negli anni trenta – non ci è stato costruito un generatore: da allora è diventato un rifugio per senzatetto ed uno dei piccoli centri dello spaccio nello sprawl di Nuova New York. Lo spiazzo è circondato da antenne e, tutto intorno, tra i tronchi di alberi morti e le panchine sfasciate, per i vialetti invasi dalle erbacce, girano figure miserabili e sporche. Rosenbringer e Fisk scendono dallo striker e raggiungono l'angolo della strada dove, appoggiato ad un muro, li aspetta Bob. È un giovane basso e tarchiato con occhi arrossati e barba incolta, vestito di una vecchia giacca a vento strappata.
“Dottore” biascica sorridendo “Allora, cosa devo fare per lei?”
“Devi procurarmi un incontro” dice Rosenbringer allungandogli venti eurodollari “Chiederai ai Presidentz se sono disposti a trattare con noi. Il resto a lavoro fatto”
Bob palpa la banconota prima di infilarsela in tasca annuendo.
Il White House Shack occupa un ampio lotto di terreno infilato in un labirinto di viuzze. Gli edifici intorno sono palazzi fatiscenti occupati da magazzini, depositi di rottami e piccoli sfasciacarrozze. È protetto da un alto muro di cemento su cui sono infilati cocci di bottiglia e, al di là del muro, si vedono le cime di cumuli di resti di veicoli. Lo striker si ferma ad un paio di isolati, mentre Bob trascinando i piedi si avvicina al cancello: dalla telecamera Mark lo vede parlare con un uomo armato all'ingresso. Vestito di pelle, tatuato e straordinariamente muscoloso, il piantone ha i lineamenti del presidente Truman. Scambia poche, secche parole con Bob che poi torna allo striker e bussa allo sportello.
“Allora?” domanda Penny
“Chiede quante casse di roba volete, poi faranno il prezzo”
“Chiedigli se, oltre alla droga, vendono anche informazioni” ribatte la ragazza.
Killex e Fisk intanto si guardano intorno: dal centro della strada sentono e poi vedono arrivare rombando una limousine corazzata. L'auto si infila nel White House Shack non appena Truman apre il cancello, sul paraurti posteriore Fisk nota i resti di un adesivo strappato: vi si legge “...IMES WE DON'T”.
“Ehi, se devo tornare lì voglio altri cinquanta sacchi” protesta Bob rabbrividendo “Quel tizio mi ha messo una paura fottuta!”
“Che vigliacco!” commenta Penny alzandosi per scendere dallo striker “Vorrà dire che andrò a parlarci io”
“Ehm, miss Penny fossi in lei ci penserei due volte. Credo che quella che è appena entrata sia una macchina InfoCorp” dice Fisk
“Cos'è, avete paura di andare a chiedere informazioni a quel tizio?”
Il solitario sbuffa
“Killex, tieni caldo il motore. Miss Penny, se le cose dovessero precipitare lei si tolga le scarpe e corra il più veloce possibile”
Fisk e Penny si avviano lungo la strada fino al cancello sorvegliato da Truman. I due si stupiscono del silenzio che avvolge il quartiere: non c'è anima viva e l'unico rumore è lo scrosciare della pioggia. Vedendo che si avvicinano, Truman alza la mano sinistra - sempre tenendo la destra sul fucile – e grida:
“Per oggi niente appuntamenti. Sloggiate!”
Penny sorride: “Non le ruberemo molto tempo”
L'angolo della bocca dell'uomo si distende appena.
“Mi dispiace, ho ricevuto ordine di non far entrare nessuno”
“Vogliamo solo discutere di un affare” insiste lei
“Quale affare?”
“Compravendita di informazioni”
“Noi vendiamo roba, non informazioni”
“E dai, amico” si intromette Fisk “Non vorrai mica sganciarmi delle atomiche addosso solo perché voglio scambiare due parole”
L'uomo sorride, si fruga in tasca e lancia una bustina ai piedi del solitario
“Questa la offre la casa. Adesso andatevene”
2 commenti:
mi mancava la caccia al fagiano nello sprawl...XD...ahhh il vecchio adesivo quanti ricordi XD
...
... ma io volevo parlare, non volevo della droga.
... perché nessuno mi capisce.
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