lunedì 4 settembre 2017
“Ciao Medoza”
“Hola miss Penny”
“Avrei bisogno di sapere se sono uscite macchina negli ultimi venti minuti”
“No señora. È tornata la escuadra Tau hace veinte minutos, pero no he visto a nadie salir. Me dijeron que no dejara a nadie fuera”
“Ottimo, grazie”
“Que esta pasando?”
“C'è stato un furto in laboratorio...”
Rosenbringer intanto scende alle prigioni nel seminterrato. Il reparto è stato chiuso per la notte, le guardie se ne sono andate e dovrebbe essere rimasta nella guardiola solo una segretaria. Che però non c'è: la porta è chiusa e si apre con un badge in dotazione alla sicurezza. Il dottore chiama Killex e gli chiede di avvisare le guardie.
Killex raggiunge gli uffici della sicurezza: seduto ad un tavolo bianco c'è un uomo grande e muscoloso sulla cinquantina, in uniforme, con i capelli grigi tagliati a spazzola che sta pulendo un revolver.
“Mark Killex, internal audit” si presenta il solitario.
“Hudgins” risponde l'uomo alzandosi
“Lei dovrebbe venire con me, e magari portare una squadra: siamo sotto attacco. Le comunicazioni sono saltate ed il personale delle prigioni è irreperibile”
“Andiamo subito a controllare” dice Hudgins infilandosi la pistola nella cintura e precedendo Killex verso le celle. Davanti alla porta delle prigioni, innervosito, li aspetta Rosenbriger. Hudgins apre la porta con il suo badge e i tre entrano nel corridoio
“Ehi, dove state andando?” sentono gridare alle loro spalle. Sulla porta, una ciambella ed una tazza di caffè su un vassoio, c'è la segretaria addetta alle celle.
“Internal audit. Siamo qui per controllare il prigioniero” risponde Killex La donna annuisce e, masticando la sua ciambella, va a sedersi nella guardiola. Dal corridoio, Mark, Rosenbringer ed Hudgins vedono che la porta della stanza dove era rinchiuso Robel è aperta: dentro, ancora ammanettato al tavolo, l'uomo giace riverso con la gola tagliata.
“Merda” sbotta Killex chinandosi a guardare il cadavere
“Andate controllare le telecamere” dice il dottore, avvicinandosi e toccando il corpo che è ancora caldo. Killex raggiunge la guardiola: nel corridoio ci sono due telecamere. Una punta sull'ingresso ed una sulle porte delle celle. Entrambe sono spente.
“Signorina, per quanto tempo ha lasciato la sua postazione?” chiede alla segretaria
“Dieci minuti” risponde lei con aria colpevole, gettando i resti della ciambella nel cestino. Mark si rivolge ad Hudgins
“Quanti uomini della sicurezza ci sono in sede in questo momento?”
“Siamo in due: io e Joe, che sta all'ingresso”
“Quanti possiamo richiamarne?”
“In un'ora penso la squadra completa”.
Killex chiama Penny e la aggiorna:
“Ho bisogno della tua autorizzazione per far venire in sede tutti gli uomini della sicurezza. Oltre ad un ladro cerchiamo anche un assassino”.
Fisk ed Ellen scendono all'ingresso principale: nell'ampia hall del palazzo della E.G.O Inc, chiusa per la notte, ci sono solo una segretaria alla reception ed un uomo in divisa dietro una guardiola blindata. La guardia si gira a fissarli e Fisk si avvicina:
“È uscito nessuno negli ultimi venti minuti? In particolare questo tizio?” chiede il solitario alla guardia, mostrandogli una foto di Philp S. Vicus.
“E lei sarebbe?”
“Agente Fisk, internal audit”.
La guardia stira appena le labbra
“Controllo subito…” dice, digitando qualcosa su un terminale “Il dottor Vicus ha timbrato questa mattina e non è ancora uscito”
“È uscito qualcun altro negli ultimi venti minuti?”
“No”.
Fisk chiama Penny:
“Apparentemente il nostro uomo è ancora nell'edificio. Di qui non è uscito nessuno”
“Bene. Allora non solo il ladro, ma anche l'assassino del prigioniero dovrebbero essere in sede. Sempre che non siano la stessa persona”
“Assassino?”
“Robel è morto. Dobbiamo occuparci di questo oltre che del furto”
“Io sospetto della squadra Tau: sono loro ad aver curato l'affare New Grind Coffee. Credo che andrò a parlare con loro”
Richiamando la scheda personale di Philp S. Vicus, Penny trova il suo numero di telefono privato e lo chiama.
“Buonasera dottore”
“Buonasera, lei è?”
“Clarke, internal audit. Mi scusi per l'ora, ma avrei bisogno di parlare urgentemente con lei. È ancora in ufficio?”
“Sono al bar, ma stavo per andarmene…”
“Abbia pazienza, la raggiungo subito”
Il bar per i dirigenti, al sesto piano, è un'ampia stanza bianca, con vetrate che danno sui tetti di Nuova New York. Ci sono tavolini bassi, divanetti e musica soffusa; durante il giorno ci lavora un barman. Vicus, un uomo sulla sessantina dall'aria agitata, aspetta Penny seduto su una poltroncina davanti ad un bicchiere da cocktail vuoto. È magro e pallido, con pesanti occhiali da vista; non sembra avere alcuna borsa con sé. La ragazza si avvicina sorridendo:
“Di nuovo buonasera” dice accomodandosi con grazie di fronte a lui
“Non mi offre da bere?”
Vicus la guarda per un attimo stranito, poi prende va al mobile bar, fa cadere un paio di cubetti di ghiaccio in un bicchiere ed afferra una bottiglia:
“Va bene scotch?” chiede nervosamente
“Preferirei un martini, grazie. Si rilassi, va tutto bene?”
Vicus annuisce, le porge il bicchiere e torna a sedersi
“Il mio ufficio si sta semplicemente occupando dell'operato del reparto Ricerca e Sviluppo. Abbiamo notato che lei ultimamente ha fatto numerosi accessi la sera…”
“No” risponde l'uomo “Io ho il turno di giorno. Oggi sono qui eccezionalmente perché dovevo incontrarmi con una persona”
“Cosa mi dice di un ingresso fatto dopo le dieci, tre giorni fa?”
“Non è possibile”
“Mi farebbe vedere il suo badge?”
Vicus fruga nelle tasche della giacca ed allunga un cartellino a Penny. La ragazza nota che è nuovissimo.
“Ha richiesto una copia recentemente? Lei ha perso il suo badge?”
Vicus la guarda con aria colpevole:
“No, devo averlo lasciato negli altri pantaloni…”
“Bene. Qualcun altro è entrato nel laboratorio con il suo badge ad ha rubato del materiale. Lei è nei guai, dottor Vicus”
“Io non ho fatto nulla. L'altro badge è rimasto sicuramente a casa!”
“Non sono io che devo spiegarle quale leggerezza ha commesso. Lei ha messo in pericolo tutto il lavoro del reparto Ricerca e Sviluppo e dell'intera ditta”
Vicus si alza in piedi “Lei non può accusarmi di nulla. Io non ho fatto nulla!” esclama, tremando
“Cosa mi impedisce di pensare che lei abbia venduto il suo badge a qualcuno per danneggiare l'azienda?” chiede Penny.
Vicus impallidisce e balbetta qualcosa. poi le ginocchia gli si piegano e sviene. Senza scomporsi Penny si inginocchia accanto a lui e gli fruga nelle tasche della giacca: trova solo un portafoglio. Dentro, tra le banconote e numerosi foglietti spiegazzati, c'è la ricevuta di un ristorante italiano al settimo livello, datata un paio d'ore prima. Sospirando schiaffeggia poi l'uomo fino a farlo rinvenire “Veda di rimanere a disposizione”
2 commenti:
nessuno si aspetta l'inquisz...ah no l'internal audit XD
Finissima citazione: due film in un colpo solo! Yeah! ;)
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